L’American dream di Oscar e Angie, i migranti del Rio Grande
«Era il suo sogno: un buon futuro per la sua famiglia, per sua figlia. Non sapeva che avrebbero trovato la morte». Rosa Ramirez è la madre di Oscar Alberto Martinez, il migrante trovato senza vita accanto al corpo di sua figlia Angie Valeria, di appena 23 mesi. Insieme stavano tentando di attraversare il Rio Grande, un fiume al confine tra il Messico e il Texas.
«In qualche modo sapevo che sarebbe successo», dice Ramirez, in un video registrato da Global News poche ore dopo l’accaduto. «È difficile, sconvolgente vedere quell’immagine, vedere come l’ha sempre protetta. Ma allo stesso tempo mi fa sentire la tenerezza, non l’ha mai lasciata andare». In cammino da El Salvador, Stato dell’America Latina, padre, madre e figlia erano arrivati alla frontiera, dove erano rimasti in attesa di ricevere asilo politico in un campo migranti allestito in Messico. Ma le tempistiche bibliche avevano spinto Oscar a tentare la fortuna attraverso la fuga dal fiume: una tratta che ogni anno vede perdere la vita s centinaia di migranti.
«Vi prego, non rischiate, la vita vale molto di più», ha detto Alexandra Hill, la ministra degli Esteri salvadoregna, rivolgendosi ai suoi cittadini. Il neo-eletto presidente Nayib Bukele ha annunciato che il Governo aiuterà la famiglia di Angie. Negli Stati Uniti il dibattito rimane acceso. Mentre molti esponenti del fronte Democratico incolpano Donald Trump di crimini contro l’umanità, il presidente americano ha rimandato le responsabilità agli avversari politici. «Se le frontiere fossero chiuse le persone non partirebbero nemmeno», ha dichiarato. «È colpa dei democratici che si oppongono alle leggi sulle frontiere».