Cambridge Analytica: il Garante Privacy multa Facebook per un milione di euro
Il Garante per la protezione dei dati personali ha applicato a Facebook una sanzione di un milione di euro per gli illeciti compiuti nell’ambito del caso Cambridge Analytica, la società che attraverso un app per test psicologici aveva avuto accesso ai dati di 87 milioni di utenti. Lo comunica il Garante in una nota. La sanzione, comminata sulla base del vecchio Codice Privacy, fa «seguito al provvedimento del Garante del gennaio di quest’anno con il quale l’Autorità aveva vietato a Facebook di continuare a trattare i dati degli utenti italiani».
Le contestazioni del Garante
Il Garante aveva infatti accertato che 57 italiani avevano scaricato l’app Thisisyourdigitallife attraverso la funzione Facebook login e che, in base alla possibilità consentita da questa funzione di condividere i dati degli “amici”, l’applicazione aveva poi acquisito i dati di ulteriori 214.077 utenti italiani, senza che questi l’avessero scaricata, fossero stati informati della cessione dei loro dati e avessero espresso il proprio consenso a questa cessione, dice ancora la nota. «La comunicazione da parte di FB dei dati alla app Thisisyourdigitallife era dunque avvenuta in maniera non conforme alla normativa sulla privacy. I dati non erano comunque stati trasmessi a Cambridge Analytica». A Facebook il Garante aveva già contestato nel marzo di quest’anno le violazioni della mancata informativa, della mancata acquisizione del consenso e del mancato idoneo riscontro ad una richiesta di informazioni ed esibizione di documenti. «Per queste violazioni», spiega il Garante, «Facebook si è avvalsa della possibilità di estinguere il procedimento sanzionatorio mediante il pagamento in misura ridotta di una somma pari a 52mila euro». Poiché, però, le violazioni su informativa e consenso «erano state commesse in riferimento ad una banca dati di particolare rilevanza e dimensioni », il Garante ha oggi applicato anche una sanzione di un milione. «La somma tiene conto, oltre che della imponenza del database, anche delle condizioni economiche di Facebook e del numero di utenti mondiali e italiani della società».
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