Decreto Crescita, gli effetti sul calciomercato e i possibili scenari
Ci saranno benefici fiscali per l’Italia del calcio. Non nella misura inizialmente prevista ma, comunque, con l’effetto immediato di rendere molto più competitivi i club alla voce ingaggi rispetto alle superpotenze europee. La conversione in legge del decreto crescita avrà riflessi a brevissima scadenza sul calciomercato. Ecco cosa succederà dalla stagione 2019/2020.
Il bonus, gli emendamenti, la convenienza per i club
Per dirla in breve si tratta di un bonus fiscale che consente ai club di “importare” cervelli (nel caso del calcio, piedi buoni, essendo stata cancellata la conditio sine qua non del possesso della laurea) a condizioni economiche più convenienti rispetto al passato. In soldoni, le società saranno tenute a pagare solo il 50% di tasse sul reddito complessivo, purché il tesserato entri (o rientri) in Italia dopo almeno due anni di residenza all’estero (motivo per il quale lo sgravio può applicarsi a Conte e non a Sarri, reduce da una sola stagione oltreconfine), con l’impegno a rimanere nel nostro Paese almeno per il successivo biennio.
Risulta evidente il vantaggio per i club italiani che, a parità di ingaggio netto offerto al calciatore, pagheranno un lordo più basso rispetto al passato. Un esempio per chiarire ulteriormente il tutto. L’acquisto (oramai certo) di De Ligt sarebbe costato alla Juventus qualcosa come 24 milioni di euro lordi, 12 netti. Oggi, invece, la Juve sarà tassata solo al 50% sul netto: De Ligt costerà 18 milioni lordi, non più 24. La differenza è notevole, come il risparmio; che poteva essere addirittura superiore in quanto nel testo convertito ieri è stato approvato un emendamento che ha portato dal 30 al 50% la tassazione da applicare.
Niente bonus ulteriore per il mezzogiorno. Ecco quanto costerà James al Napoli
Un altro emendamento ha “cancellato” l’iniziale previsione di un ulteriore bonus per i soggetti che trasferiscono la residenza in determinate regioni (Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna). Anche qui un esempio palmare: il Napoli e l’ingaggio, probabile, di James Rodríguez. Nel vecchio testo era prevista una agevolazione suppletiva del 10% che avrebbe consentito di ridurre ulteriormente i costi di ingaggio. Che, comunque, restano competitivi. Se la trattativa dovesse andare in porto, il colombiano avrà il suo stipendio netto da 7 milioni di euro. Ma, rispetto al passato, il suo “lordo” costerà al Napoli poco più di 10 milioni di euro. Fino a qualche mese fa sarebbe costato 14.
Nel decreto crescita è stato previsto, inoltre, un contributo pari allo 0,5 della base imponibile a carico di chi sceglierà il regime agevolato. Le entrate saranno destinate a un fondo per il potenziamento dei settori giovanili. La svolta al mercato è servita. Società più competitive, ma anche le prime obiezioni sui social: c’è chi teme ripercussioni negative sulla Nazionale. E chi prevede richieste di ingaggio netto più alte per mano dei procuratori.
Immagine di copertina / Vincenzo Monaco
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