La capitana alla foto segnaletica: ecco quale sarà la sua strategia difensiva
[Aggiornamento del 1 luglio 2019: avendo notato che l’immagine di Carola Rackete mentre viene fotosegnalata viola il suo diritto alla privacy, in particolare come persona sottoposta a procedimento giudiziario, abbiamo scelto di rimuovere l’immagine]
Carola Rackete è ai domiciliari in un luogo protetto sull’isola di Lampedusa. La capitana della Sea Watch ha violato i blocchi imposti da Matteo Salvini e respinto i tentativi della Guardia di Finanza di fermare l’attracco, avvenuto ieri dopo 17 giorni in mare.
🔵#Carola è agli arresti domiciliari. È attesa entro martedì la convalida dell’arresto da parte del GIP.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 30 giugno 2019
La #SeaWatch si sposterà in provincia di Agrigento.
La nostra Comandante NON ha rilasciato nessuna intervista.
Quelle pubblicate oggi sono libere interpretazioni dei fatti. pic.twitter.com/FJpmgZn4oC
Le accuse nei suoi confronti sono di tentato naufragio e resistenza o violenza a una nave da guerra, reati che prevedono, rispettivamente, pene massime di 12 e 10 anni (ecco cosa rischia).
L’interrogatorio di convalida dell’arresto avverrà tra domani e dopodomani (1 e 2 luglio), ma intanto si comincia a delineare la strategia difensiva, anticipata dall’avvocato della Sea Watch Salvatore Tesoriero, intervistato a Lampedusa.
«La Sea Watch non ha speronato la Gdf»
La capitana della Sea Watch è accusata di aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza e di averla schiacciata tra la sua imbarcazione e la banchina: «Non c’è stato alcuno speronamento ma una manovra fatta in condizione di estrema difficoltà, senza alcuna volontà di uccidere. Una manovra nella quale ci si è avvicinat fiorse un po’ troppo alla barca della Gdf ma non c’è stato alcun contatto o volontà di speronare la nave», ha spiegato il suo avvocato Tesoriero.
La motovedetta della GdF è davvero una nave da guerra?
Secondo l’ex senatore M5s Gregorio De Falco, espulso a dicembre, e volontario della nave ong Mare Jonio, la vedetta della Guardia di Finanza non può essere considerata una nave da guerra e Sea Watch non era tenuta a fermarsi all’alt, anzi.
Secondo l’ex comandante della Capitaneria di Porto, divenuto famoso per quel «Salga a bordo, ca**o» urlato all’ex comandante della Costa Concordia Schettino, «la nave da guerra è altra cosa, è una nave militare che mostra i segni della nave militare e che è comandata da un ufficiale di Marina, cosa che non è il personale della Guardia di Finanza».
Per De Falco, non ci sono gli estremi per l’arresto di Rackete perché la «Sea Watch è un’ambulanza, non è tenuta a fermarsi, è un natante con a bordo un’emergenza. La nave militare avrebbe dovuto anzi scortarla a terra».
Il secondo punto della strategia difensiva adottata dall’avvocato della Sea Watch verterà proprio su questo punto: «Ci sono delle interpretazioni che la motovedetta della Guardia di Finanza non possa essere considerata una nave da guerra, questa è una delle possibilità», ha detto Tesoriero.
Gara di solidarietà in Germania
Dopo i 300mila euro raccolti dalla rete antifascista in Italia, altri 300mila sono stati raccolti in Germania dopo che una star della tv tedesca ha lanciato un appello in favore della capitana.
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