La ‘ndrangheta e gli affari sui parcheggi a Malpensa: la scoperta grazie a un imprenditore coraggioso
La ‘ndrangheta controllava due parcheggi privati dell’aeroporto di Malpensa (di un terzo aveva delle quote), il più grande scalo aeroportuale lombardo, in provincia di Varese. È sulla base di queste accuse che nella notte tra il 3 e il 4 luglio sono state arrestate 34 persone in tutta Italia, tra cui politici di due comuni nel varesotto che avrebbero avuto rapporti con la locale di ‘ndrangheta.
L’inchiesta è nata dalla denuncia di un imprenditore con cui la ‘ndrangheta avrebbe voluto entrare in affari: l’uomo voleva comprare un terreno nel comune di Ferno (Varese) da convertire in parcheggio, ma sarebbe stato “invitato” a desistere o a fare una società con gli esponenti della cosca. L’imprenditore non solo si è rifiutato ma ha registrato tutte le conversazioni, collaborando con gli inquirenti.
Per gli arrestati le accuse sono, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, truffa aggravata ai danni dello Stato.
Il ruolo dei politici locali
Le indagini avrebbero anche portato alla luce il presunto legame tra l’ex sindaco di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta di Forza Italia, già arrestato nel 2017, e alcuni esponenti della locale di ‘ndrangheta. Secondo gli inquirenti, la ‘ndrangheta avrebbe provato a influenzare le elezioni successive al suo arresto, ma il “loro” presunto candidato sarebbe stato battuto per un punto percentuale.
Infiltrazioni mafiose ci sarebbero state anche nel 2016 quando fu eletto Rivolta: ad ammetterlo sarebbe stato lui stesso, spiegando di aver ottenuto 300 voti in cambio della nomina ad assessore alla cultura della nipote del boss locale Alfonso Murano, ucciso nel 2006 a Ferno.
Tra gli arrestati c’è anche Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno. In passato, il consigliere ha ricoperto la carica di presidente della commissione commercio e attività produttive, posizione nella quale – secondo la procura – poteva controllare per conto delle cosche gli investimenti e i terreni appetibili dai clan per la costruzione dei parcheggi.
Se la ‘ndrangheta diventa un punto di riferimento a Varese
In provincia di Varese, la ‘ndrangheta avrebbe iniziato a essere una presenza nella vita quotidiana della popolazione: secondo quanto riporta il Corriere, le famiglie si sarebbero rivolte a membri della cosca per chiedere per esempio di picchiare il fidanzato sgradito della figlia. Nel paesino lombardo la ‘ndrangheta avrebbe dato addirittura indicazioni su dove acquistare il caffè.
L’inchiesta è iniziata nel 2017, dopo la scarcerazione di Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro e Mario Filippelli, membri della reta mafiosa, condannati nei processi «Infinito» e «Bad Boys». I tre avrebbero portato alla riorganizzazione del clan.
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