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Mediterranea: «La Guardia di Finanza ha confiscato il veliero Alex»

08 Luglio 2019 - 13:20 Redazione
Venerdì mattina la nave ong avrebbe effettuato un «ingresso accidentale»: per questo oltre al sequestro è arrivata anche una multa da 65mila euro

Dopo il sequestro del veliero e l’indagine contro i comandante e il capo missione, la Guardia di Finanza ha preso nuovi provvedimenti contro l’Ong Mediterranea Saving Humans, proprietaria del veliero Alex che ha forzato il blocco imposto dal decreto sicurezza bis, facendo sbarcare i migranti a Lampedusa. Per la Alex è scattata la confisca e una nuova multa da 65 mila euro. Lo fa sapere la stessa Ong Mediterranea su Twitter.

«Questa mattina la Gdf ha contestato una seconda violazione del decreto sicurezza bis: un ingresso accidentale di Alex nelle acque territoriali che sarebbe avvenuto venerdì mattina», scrive la Ong.

In sostanza considerando quello di venerdì mattina “un ingresso accidentale”, la Finanza può considerare “reiterazione” l’ingresso del veliero nel porto per far sbarcare i migranti, in questo modo la Guardia di Finanza ha potuto far scattare la confisca dell’imbarcazione.

Venerdì mattina il veliero aveva superato infatti il limite delle 12 miglia entrando in acque nazionali. Ma ciò sarebbe stato causato, secondo l’equipaggio, non dalla volontà del capitano, ma da un difetto nella comunicazione e dalle correnti marine.

La Ong è comunque decisa a non mollare: «Se pensano di fermare così Mediterranea si illudono di grosso: stiamo già preparando i ricorsi e con il sostegno di tutti voi torneremo presto in mare».

La procura di Agrigento, inoltre, ha convalidato il sequestro di Alex che da preventivo è passato a probatorio.

Indagato anche Palazzotto (Leu)

Il capo missione della barca Alex della Ong Mediterranea Saving Humans, il parlamentare di Leu Erasmo Palazzotto, è stato iscritto nel registro degli indagati.

Il suo nome va ad aggiungersi a quello del comandante del veliero Tommaso Stella che è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per gli articoli 1099 e 1100 del codice della navigazione (rifiuto di obbedienza a nave da guerra e resistenza contro nave da guerra). Per la Procura di Agrigento si tratta di «un atto dovuto».

L’imbarcazione è stata messa sotto sequestro dalla Guardia di finanza e gli altri membri dell’Ong hanno indetto una conferenza stampa per aggiornamenti sul sequestro. Le autorità hanno perquisito la barca per quasi 4 ore.

La conferenza stampa

«Chi dice che quel gommone non era in difficoltà, dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi: come si fa a essere così cinici?». La portavoce della Ong Mediterranea, Alessandra Sciurba, ha parlato in conferenza stampa dal molo Favarolo di Lampedusa.

«Vorrei che vi trovaste davanti a un gommone con 50 persone con bambini, alcuni piccolissimi, e dire ‘Non ci sono problemi’. Quando dovremmo intervenire? Come si può essere così cinici e crudeli pur di fare propaganda politica?».

«C’è stata una chiara volontà politica di non darci altra possibilità. La decisione di dirottarci a Malta era pura propaganda politica che voleva trattare le persone come sacchi di patate. Salvini voleva solo il nostro scalpo», ha detto Sciurba.

«Non abbiamo mai rifiutato l’aiuto di nessuno, siamo sempre stati disponibili a trasbordare i naufraghi su assetti navali italiani o maltesi per il trasporto a Malta», ha continuato.

«Ma c’è stata una volontà politica di non darci nessuna possibilità. Pur di evitare la sofferenza spettacolarizzata, lasciando le persone a largo, avevamo detto sì a Malta ma poi non abbiamo abbiamo potuto considerare La Valletta un posto sicuro, era rischio la sicurezza di tutti, eravamo nelle condizioni di dire solo ‘no’».

Il capo missione: «Siamo stati obbligati a violare il decreto Sicurezza bis»

«Ci hanno già sequestrato una nave, ora un veliero», ha commentato il capo missione della Alex, Erasmo Palazzotto. «Salvini sappia che siamo disposti a salvare i migranti con qualunque mezzo, anche con i pedalò… Non ci fermeremo».

«Siamo stati obbligati a violare un provvedimento ingiusto come il Sicurezza bis», ha detto la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba «Siamo felici di avere concluso questo salvataggio. E nonostante queste due imbarcazioni sequestrate, torneremo in mare».

«Ai migranti si è spento il sorriso quando gli abbiamo detto del sequestro. Ci chiedevano ‘chi andrà ora a salvare gli altri’ e poi: ‘che succederà a voi?’», ha continuato. «Il nostro capitano è andato nella caserma della Guardia di finanza dove è stata formalizzata l’indagine a suo carico e il provvedimento di sequestro. Il solito copione che non ci ferma».

Alex entra a Lampedusa

Dopo due giorni in mare, il capitano del veliero Alex decide di forzare il blocco imposto dal decreto di Sicurezza bis e fare rotta verso Lampedusa.

Lo sbarco

L’imbarcazione era arrivata nel pomeriggio al molo del porto di Lampedusa con i 46 naufraghi ancora a bordo della barca a vela della ong Mediterranea Saving Humans. Per effetto del sequestro, sono state fatte scendere tutte le persone a bordo, compresi i naufraghi soccorsi a largo della Libia.

Subito dopo l’attracco, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva fermato ogni operazione di sbarco: «Non autorizzo nessuno sbarco di chi se ne frega delle leggi italiane e aiuta gli scafisti. Io denunciato per sequestro di persona? Siamo al ridicolo».

In tarda serata, una volta giunto il nulla osta per lo sbarco dei migranti, il vicepremier leghista Salvini ha annunciato su Twitter che «La Finanza sta effettuando sequestro penale preventivo della nave dei centri sociali. Bene».

Dopo circa un’ora dall’attracco, sono state fatte scendere due persone per motivi sanitari. In serata non era ancora arrivato il via libera per lo sbarco, ma il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, aveva assicurato: «Quasi tutti i migranti a bordo della Alex sono stati trasbordati dalla barca alla guardia medica per motivi sanitari».

L’esposto della ong

Il capo missione della ong Mediterranea, oltre che parlamentare Leu, Erasmo Palazzotto, ha comunicato all’Ansa che i legali dell’organizzazione hanno presentato un esposto alla procura di Agrigento, prima dell’attracco a Lampedusa, sulle procedure che sono state eseguite nei confronti della Alex. Al veliero infatti era stato intimato dalle autorità italiane di raggiungere Malta come «porto sicuro».

La Procura di Agrigento ha confermato di aver ricevuto l’esposto e nelle prossime ore valuterà le eventuali iniziative da adottare. Secondo il contenuto dell’esposto, l’intimazione ad andare a Malta come «porto sicuro» avrebbe messo in pericolo la vita dei migranti soccorsi dalla Ong.

La diretta dell’attracco

19.31 – Dopo la richiesta del capo missione di Mediterranea Erasmo Palazzotto di avere un medico a bordo per controllare la situazione sanitaria, sulla Alex è salita una dottoressa della Asp che sta visitando i migranti che si trovano da due giorni sul ponte del veliero.

A bordo dell’imbarcazione vi sono anche 11 uomini di equipaggio e quattro giornalisti. Secondo quanto è stato riferito ai volontari della Ong, l’imbarcazione dovrebbe essere spostata dalla banchina al molo Favaloro per consentire alle persone a bordo di utilizzare i bagni del porto e per fare rifornimento di acqua.

19.15 – «Prima gli italiani». È la bandiera con lo stemma della Lega srotolata dalla ‘pasionaria‘ leghista di Lampedusa all’ingresso del porto dell’isola a poca distanza della nave ‘Alex’ bloccata al porto commerciale. Sono solo due persone – lei è un altro attivista della Lega- con bandiere e striscioni. «Non devono sbarcare qua», dice Maraventano all’Adnkronos. Alcuni curiosi si sono fermati per chiedere il motivo della sua presenza.

19.14 – Giorgia Meloni attacca Erasmo Palazzotto su Twitter. «Il capo missione della nave ONG Alex, che ha appena violato l’alt dei nostri uomini in divisa approdando a Lampedusa, è un parlamentare della Repubblica italiana. Pagato dagli italiani per fare interessi stranieri e aiutare una nave a violare nostre leggi. Surreale».

18.56 – «Finalmente il porto è chiuso», dice, ironicamente il sindaco di Lampedusa (Ag), Salvatore Martello, commentando l’approdo della nave Alex della Ong Mediterranea. «Non ci sono andato al molo», ha spiegato l’amministratore. «Ormai è diventata una barzelletta e non posso che dire – sottolinea – che finalmente si realizza il sogno: il porto è chiuso». Sulla nave Alan Kurdi della ong Sea-Eye, di fronte a Lampedusa al limite delle acque territoriali italiane e ancora senza una destinazione, un’indicazione di porto sicuro, Martello aggiunge: «Aspettiamo anche loro».

18.43 – «Chiediamo dell’acqua potabile e la presenza immediata di un medico a bordo perché c’è una emergenza sanitaria. Ci sono casi di scabbia e persone che devono andare subito in bagno. Queste persone sono stremate, cosa volete fare?», dice Erasmo Palazzotto, parlamentare di Leu e capo missione di Mediterranea Saving Humans, conversando in banchina con un funzionario.

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18.42 – «I migranti sono ancora a bordo: il centro di accoglienza più vicino è piccolo e la mia impressione è che se c’è qualche urgenza qualcuno verrà fatto sbarcare, altrimenti li accompagneranno in un altro porto: se li dovevano sbarcare qui lo avrebbero già fatto». A raccontarlo all’Ansa è Franco Zavatti della Cgil di Modena presente all’attracco del veliero Alex a Lampedusa. «Sono accatastati l’uno sull’altro, ci sono molte forze dell’ordine ma al momento non accade nulla», spiega il sindacalista. Il quale racconta che al porto sono arrivati gruppetti della Lega che sventolano bandiere e inneggiano slogan: «andate via». «Ci sono anche cittadini, una ventina circa, alcuni residenti, altri turisti, che se la prendono con quelli della Lega – racconta Zavatti – molti fanno notare che solo qualche decennio fa è stato il nord ad accogliere molti italiani del sud».

18.40 – L’hotspot di contrada Imbriacola, a Lampedusa (Ag), dove dovranno essere trasferiti i 46 migranti che si trovano sulla nave Alex della Ong Mediterranea, è al collasso. Sono, al momento, presenti 157 migranti a fronte di una capacità massima di accoglienza di 96 persone.

18.36 – «Stiamo vivendo una situazione surreale», twittano dalla ong. «C’è un’emergenza sanitaria a bordo, queste persone devono andare in bagno», dice Palazzotto, parlamentare di Leu e qui capomissione, discutendo con un funzionario. «Vogliamo portare un bagno chimico sulla nave?», risponde quell’altro. Questo è un sequestro di persona, non è più uno Stato di diritto. Devono farci sbarcare», aggiunge Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans.

«Multe fino a un milione di euro»

All’arrivo del veliero a Lampedusa, la risposta di Matteo Salvini non si è fatta attendere. «Al Decreto Sicurezza Bis la Lega presenterà emendamenti per aumentare le multe fino al milione di euro e rendere più semplici sequestri dei mezzi», annuncia. «Rifiutano acqua per poter dichiarare lo stato di necessità a bordo e forzare il blocco: così sperano nell’impunità», commenta a stretto giro il leader della Lega.

«Chiedono soldi per pagare le multe previste dal Decreto Sicurezza Bis: così aumentano le donazioni e il business. Sono tornate davanti alla Libia: così incentivano le partenze e il rischio di naufragi e fanno felici gli scafisti. Queste sono le Ong. Non ci faremo intimidire, non ci piegheremo ai ricatti, difenderemo l’Italia».

Il divieto

Dopo la Sea Watch3, anche la nave Alex della ong Mediterannea ha quindi deciso di forzare il blocco del porto di Lampedusa imposto dal governo italiano, portandosi a poche miglia dal molo dell’isola. «Non avevamo altra scelta. Siamo stremati ma felici di aver portato in salvo queste persone», dice Alessandra Sciurba portavoce di Mediterranea Saving Humans, da Lampedusa.

«Di fronte a intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo Alex ha dichiarato lo “stato di necessità” e sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco», aveva twittato poche ore prima la ong Medirerranea Saving Humans.

L’escalation

«La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge – tuona il ministro dell’Interno Matteo Salvini – ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le forze dell’Ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la ‘giustizia’ tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono ‘salvatori’, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani».

Il Viminale riferisce che sono stati consegnati più di 400 litri di acqua potabile alla barca a vela Alex e altrettanti sono stati successivamente rifiutati. «Attraverso il proprio ufficio stampa, Alex ha fatto sapere che le bottiglie d’acqua erano troppo ingombranti e a causa delle condizioni igienico-sanitarie ha deciso di infrangere il divieto di accesso nelle acque italiane». «Pur di infrangere la legge, i centri sociali mettono a rischio la vita degli immigrati a bordo», dice Matteo Salvini.

Una notte di trattative

Dopo una notte di attese e trattative con i centri di coordinamento dei soccorsi maltesi e italiani, la nave dell’Ong ha deciso di forzare il blocco e di fare rotta verso il porto siciliano, malgrado il «no» del Viminale. «È inaccettabile – continua l’Ong – essere accomunati ai trafficanti di esseri umani. Un’accusa infamante che respingiamo al mittente. Il senatore Salvini che lo ha fatto stamani pubblicamente ne dovrà rispondere nelle opportune sedi giudiziarie».

Il veliero, secondo quanto riferito dall’equipaggio a bordo, ha terminato i rifornimenti d’acqua e presenta situazioni igienico-sanitarie «insostenibili». «Lo stato di necessità costringe a scelte non facili e di cui ci assumiamo la responsabilità – scrive su Twitter Alessandro Melz, armatore sociale di Mediterranea – a differenza di chi quelle responsabilità non se le assume giocando con la pelle di uomini donne e bambini».

Berlino, intanto, attraverso il ministro dell’Interno Horst Seehofer, ha fatto sapere di essere disposta ad accogliere alcuni migranti che si trovano a bordo delle due navi delle ong: «Sia nel caso della Alan Kurdi, sia nel caso di Alex siamo pronti, nell’ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate».

La Ong: «Andare a Malta mette a rischio le persone»

«In queste condizioni andare a Malta mette a rischio sicurezza e incolumità persone. Lampedusa ora è il solo porto sicuro possibile», aveva affermato Mediterranea nelle ore precedenti all’annuncio dello “stato di necessità”.

Il veliero di 18 metri della ong italiana Mediterranea, con 42 persone salvate a bordo più 11 dell’equipaggio, si trova al largo di Lampedusa. Malta si era detta disponibile all’accoglienza dei migranti, in cambio di altre 54 persone che verranno mandate in Italia e del sequestro della nave, secondo un accordo tra il primo ministro maltese Joseph Muscat e Matteo Salvini.

La ong ha chiarito che non ha rifiutato l’ipotesi, ma ha chiesto che il trasbordo venisse fatto grazie all’aiuto di navi della Guardia costiera italiana o maltese. «Quello che abbiamo chiesto sono però delle garanzie per la sicurezza dei naufraghi e per la nostra, tra le quali quella di navigare con a bordo solo con 18 persone equipaggio incluso, perché questo è il numero massimo di portata della nostra barca a vela», scriveva la ong in un comunicato ufficiale su Facebook.

https://www.facebook.com/Mediterranearescue/posts/393223501298880

«Abbiamo chiesto inoltre di potere sbarcare le poche persone migranti che avremmo così a bordo al limite delle acque territoriali maltesi – spiegava la ong – questo perché da italiani non vogliamo essere sottoposti al regime di un Paese straniero che in passato ha sequestrato le navi della società civile senza alcuna procedura di trasparenza».

«Questo non significa affatto cercare impunità, perché cerca impunità chi ha commesso dei reati, e non è questo il nostro caso». Poi l’attacco al governo: «Ma forse è questo il problema del governo italiano, non avere sponda per attaccarci. E per questo cerca di ordire trappole altrove, con un assurdo scambio di ostaggi».

Salvini: «Vadano a Malta»

Ma la versione del ministero dell’Interno è un’altra: «Niente Malta. Mediterranea rifiuta l’offerta del governo italiano, ovvero il trasbordo degli immigrati per condurli a La Valletta, a condizione che in porto entri anche l’imbarcazione della ong Alex», fanno sapere fonti del Viminale in serata.

«La risposta di Mediterranea, che inizialmente aveva detto di non essere in grado di arrivare in condizioni di sicurezza fino all’isola, prevede la possibilità di fermarsi, trasbordare tutti gli immigrati su altre imbarcazioni messe a disposizione da Roma o La Valletta e invertire la rotta a circa 15 miglia nautiche da Malta (acque internazionali)», dicono dal ministero di Salvini.

«La situazione si è quindi improvvisamente complicata, anche perché il rifiuto a entrare in porto (e quindi ad assoggettarsi ai controlli e alla legge maltese) è considerato dal Viminale una provocazione assurda e una scorciatoia per dribblare le norme di un altro Paese membro dell’Unione europea. Il ministero dell’Interno sottolinea che le cosiddette fragilità a bordo di Alex (come già successo in tutti i casi analoghi) sono state già portate a terra, in Italia».

Eppure, proseguono, Mediterranea «pone una serie di condizioni che appaiono finalizzate a sottrarsi a qualsiasi forma di controllo anziché a salvaguardare le persone a bordo. Questa impressione è rafforzata dalla espressa richiesta di essere sottratta a qualsiasi “azione coercitiva” da parte di Malta o Italia, prefigurando una sorta di impunità».

L’evacuazione

Nel pomeriggio del 5 luglio la Guardia costiera italiana ha inviato soccorsi alla nave Alex, l’imbarcazione della Ong Mediterranea Saving Humans che ha salvato ieri 4 luglio 54 migranti a largo della Tunisia. Le autorità italiane hanno caricato 13 delle persone a bordo, perché, si apprende, le condizione di salute dei presenti non rendevano possibile il viaggio fino a Malta.

Ieri era avvenuta la conferma dello scambio con Malta, che aveva confermato l’accoglienza nei propri porti delle persone rimaste sulla Alex. La Valletta aveva comunicato che avrebbe inviato una nave militare al largo di Lampedusa per effettuare il trasbordo.

In cambio l’Italia accoglierà 55 migranti provenienti dall’isola. I termini dell’accordo sono stati pubblicati sul sito del Governo maltese. «L’iniziativa – si legge – è volta a promuovere uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l’Italia».

Ma, secondo fonti del Viminale, l’Italia sarebbe pronta a collaborare soltanto a patto che l’imbarcazione si diriga verso il porto de La Valletta, a Malta, per le verifiche di leggi. «Mediterranea dice che l’imbarcazione Alex non può arrivare fino a Malta, anche se è stata in grado di partire da Licata per raggiungere le acque territoriali libiche».

«Siamo in attesa che la situazione si risolva», ha spiegato Alessandro Metz, armatore e portavoce di Mediterranea. «Il salvataggio si conclude con lo sbarco delle persone salvate in un porto sicuro. Che sia Malta o Lampedusa, va bene in egual modo. Ma è necessario ribadire che la situazione della nostra imbarcazione e le condizioni delle persone a bordo non ci consentono di affrontare un viaggio fino a La Valletta. Quindi chiediamo che si muovano le motovedette della Guardia costiera maltese o italiana ed effettuino un trasbordo. Questi mezzi sono attrezzati, mentre la Alex non lo è».

L’accordo, circolato nelle scorse ore, era stato già smentito dalla Ong Mediterranea. La portavoce, Alessandra Sciurba, aveva dichiarato che non c’era «nessuna nave delle forze armate in arrivo da Malta per trasbordare e prendersi in carico le 54 persone che sono a bordo del nostro veliero», spiegando di aver avuto conferma dal Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma, «il cui responsabile ha affermato che non c’è alcuna intenzione di organizzare il trasferimento con mezzi militari maltesi o italiani».

Resta da capire quali saranno i tempi dell’intervento maltese. Un aspetto non secondario visto che la situazione a bordo si fa sempre più difficile, soprattutto per i bambini e per le 3 donne incinte. Tramite il loro account Twitter Mediterranea fa sapere che per il momento «niente pare muoversi»

L’accusa di Salvini: «Se non andate a Malta siete dei pirati»

Dopo il “no” di Salvini all’ingresso in acque italiane, Mediterranea aveva detto di essere pronta a far sbarcare i migranti sull’isola, ma che non avrebbe potuto condurli in porto a causa delle condizioni psicofisiche dei naufraghi e dei limiti dell’imbarcazione.

La ong aveva risposto così all’accusa del ministro dell’Interno che l’aveva tacciata di aver rifiutato l’offerta maltese: «Le autorità marittime maltesi hanno dato alla nave dei centri sociali indicazione di dirigersi verso il porto di La Valletta, dove potranno attraccare. Incredibilmente, la Ong si sta rifiutando di andare a Malta, paese europeo sicuro! Se non dirigeranno verso Malta, è chiaro che sarà l’ennesimo atto di disobbedienza, violenza e pirateria».

https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10156743512538155

Prima di indicare Malta come destinazione, Salvini aveva “consigliato” alla ong di dirigersi verso la Tunisia: «Vogliono venire in Italia per rompere le balle a me e a tutti gli italiani – aveva detto – ormai anche se sono in Groenlandia chiedono Lampedusa».

De Falco: «Non si può negare il porto alla nave»

Ancora una volta, l’ex senatore 5stelle e comandante della Guardia costiera Gregorio De Falco si è scagliato contro le posizioni di Salvini. «Ad Alex non può essere impedito di entrare in porto», ha scritto su Twitter. «È una barca che non può offrire protezione alla gente in coperta. In quelle condizioni, sotto un sole cocente, l’integrità fisica è a rischio. #Mediterranea».

Anche Luigi Di Maio è intervenuto in merito a margine del Villaggio Coldiretti a Milano, dando degli «incoscienti questi delle Ong che usano una barca a vela per andare in Libia» e commentando favorevolmente l’ipotesi di un trasferimento a Malta.

Proseguono gli sbarchi fantasma

Mentre andava in scena l’ennesimo braccio di ferro, dopo quello sulla Sea Watch, sulle coste di Lampedusa ne sono sbarcati 69 migranti in meno di 12 ore e nel silenzio più assoluto.

I migranti sono arrivati a bordo di due barchini: il primo, con a bordo 55 migranti, è approdato ieri in tarda serata; l’altro, con 14 persone a bordo tra cui due donne e quattro bambini, è arrivato questa mattina – 5 luglio – all’alba.

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