Una drag queen legge le fiabe ai bimbi per il Baby Pride: evento sold out. Ma c’è chi grida allo scandalo
È venerdì pomeriggio quando, nel pieno del Gay Pride di Catania, alla Cgil arrivano tante famiglie, anche troppe. Al punto che l’organizzatrice all’ultimo momento ha dovuto aggiungere altre sedie con una sala praticamente piena per ospitare genitori e figli, dai cinque anni in su, ansiosi di ascoltare “Sovranity”, una drag queen vestita da “Principessa dei ghiacci, che li ha letteralmente ipnotizzati con la lettura di tre racconti.
I libri letti dalla drag queen
A partire da Piccolo uovo: «Una favola molto conosciuta che parla sia di famiglie tradizionali che omogenitoriali», ha spiegato a Open l’organizzatrice Vera Navarria; Rosaconfetto, fiaba in cui «una elefantina scappa dal recinto e scopre di poter fare le stesse cose dei maschi». L’ultimo libro, invece, è Ettore, l’uomo straordinariamente forte, ovvero la storia di un circense, un uomo forzuto che ha l’hobby per l’uncinetto.
Cosa è successo durante l’evento
Una bimba, a un certo punto, si è accorta che la drag queen in realtà era un uomo: «Le è stato detto che sono delle performer, degli artisti. Davide, questo il vero nome di Sovranity, ha spiegato che, ad esempio, a lui piace moltissimo indossare questi costumi, che ne aveva parlato in famiglia e che aveva trovato i suoi genitori molto comprensivi». I bimbi, tutti accompagnati dai propri genitori, sono rimasti incantati dalla drag queen che tanto non piace ad alcuni esponenti politici.
Le polemiche
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha criticato duramente l’iniziativa: «Ma che problemi ha la sinistra con i bambini? La questione sta diventando preoccupante. I bambini vanno tenuti fuori dalle battaglie ideologiche. Lasciategli vivere la loro infanzia in santa pace!».
«Giù le mani dai bambini!» ha tuonato, invece, l’assessore alla sicurezza del Comune di Catania e responsabile enti locali della Lega in Sicilia, Fabio Cantarella, che ha parlato di «condizionamenti ideologici» sui piccoli e di «avventurismi educativi». Per Mario Adinolfi, invece, siamo in presenza di «drag queen che indottrinano i bimbi (ricordatevelo sempre: puntano ai piccoli)».
«Mi fa ridere pensare a questi uomini, adulti, impauriti dal Piccolo uovo. Ridicoli» è la replica dell’organizzatrice Vera Navarria, interpellata da Open. Da parte sua c’è: «Tutta la volontà di continuare anche il prossimo anno«Non ci fermeranno di certo le polemiche. Non saranno di certo Giorgia Meloni, Mario Adinolfi e Fabio Cantarella a dirci quello che dobbiamo fare».
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