Ikea licenzia un dipendente omofobo, la magistratura polacca apre un’indagine
In Polonia numerosi parlamentari hanno chiesto alla magistratura di indagare sull’operato di Ikea, dopo che la multinazionale svedese ha licenziato un suo dipendente per essersi rifiutato di rimuovere del materiale omofobo da lui pubblicato sulla rete aziendale.
A scatenare l’incidente è stato un commento dell’ormai ex dipendente in occasione di una manifestazione pro LGTBQ+ in cui venivano citati alcuni passaggi dell’Antico Testamento ritenuti offensivi per la descrizione sanguinosa e violenta riservata agli omosessuali, come spiega una nota diffusa dalla compagnia.
Dopo aver ricevuto varie segnalazioni e lamentele da parte di altri dipendenti, la compagnia ha chiesto all’uomo di cancellare il suo commento. Lui si è rifiutato di farlo e quindi i vertici dell’azienda hanno deciso di licenziarlo.
Adesso la compagnia svedese rischia un boicottaggio dei suoi prodotti in tutta la Polonia, dove possiede circa una dozzina di negozi. Jaroslaw Kaczynski, leader di Diritto e Giustizia (primo partito in Polonia) e noto oppositore dei movimenti a favore dei diritti LGTBQ+, ha condiviso sul suo account Twitter una lettera di una cittadina polacca che dichiarava di aver deciso che non avrebbe più acquistato prodotti Ikea.
Szanowni Państwo
— Jarosław Kaczyński (@PLsercemEuropy) 30 June 2019
Chcę jasno i wyraźnie powiedzieć, od dziś nie będę robił zakupów w IKEI. Po komodę na tegesy, tentegi, przydasie i koperty pojadę do Agaty. Tej od Adriana.
La multinazionale svedese è nota per la sua filosofia pro LGBTQ+. Recentemente ha realizzato uno spot pubblicitario per la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia e l’intersessuofobia dedicata a tutte le vittime di insulti.
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