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Il falso video dei cristiani bruciati vivi dai musulmani in Africa

05 Luglio 2019 - 16:26 David Puente
Un utente Twitter, già noto a Open, diffonde un video con false informazioni in merito a un'esecuzione in Africa

Il 23 giugno 2019 l’utente Antonio Quinto (@AntonioDvx), già noto a Open per dei precedenti casi di disinformazione, pubblica un tweet con un video dove sostiene siano stati ripresi dei musulmani intenti a bruciare vivi dei cristiani in nome di Allah in Africa:

Un video di qualità scadente con due voci di sottofondo completamente diverse in lingua spagnola. Nella prima dal minuto 0:36, più profonda e difficile da comprendere, si parla di come vengono linciati gli uomini dalla folla. Nella seconda al minuto 0:57, più chiara, sostiene che il Governo del Sudan è intenzionato a far diventare un Paese totalmente islamico e disposto a distruggere completamente ogni riferimento legato ad altre religioni, inclusa quella cristiana.

Il video del 2016

Attraverso una ricerca per fotogrammi, troviamo una versione a più alta qualità pubblicata il primo maggio 2016 su LiveLeak con il titolo «Warning – graphic content – Africans falsely accuse elders of witchcraft and burn them alive» e la seguente descrizione:

So Sad that people can treat other human beings like this – it was all based on fake accusations of witchcraft and the poor innocent elderly family were killed needlessly. No police, no courts, just instant justice from savage, jungle mob. This is why Africa is destined to remain a third world continent forever – they have no respect for life or their fellow Africans.

Secondo il contenuto pubblicato su LiveLeak, degli uomini anziani erano stati accusati di essere degli stregoni e successivamente giustiziati dalla pubblica piazza bruciandoli vivi.

La storia del 2013

Entrambi i contenuti diffusi via Twitter e via LiveLeak sostengono che i fatti siano stati commessi in Africa senza specificare dove. Attraverso ulteriori ricerche, troviamo uno screenshot del video pubblicato dal sito ghanese Reportghananews.com in un articolo del 9 maggio 2013 dal titolo «Watch Video: Three Elders Beaten To Death By Young Men In A Village».

L’articolo del sito ghanese.

Secondo il sito ghanese i fatti sarebbero accaduti in un villaggio dell’est-Africa e che tre persone anziane sarebbero state accusate di essere degli stregoni e uccisi barbaramente in quanto tali. L’articolo rimandava al video pubblicato su Facebook che attualmente risulta rimosso.

L’articolo del sito russo nel 2013.

In un articolo precedente, datato 19 febbraio 2013 e pubblicato dal sito in lingua russa Fishki.net, si parla ancora di accuse di stregoneria.

L’attribuzione al Kenya

In un articolo del 18 maggio 2013 del sito ElNarcoTube.com si sostiene che i fatti siano avvenuti a Kisii in Kenya e sempre per accuse di stregoneria.

L’articolo del 2013 che parla del Kenya.

La pista del Kenya, sempre a Kisii, ci porta nel 2012 quando viene pubblicato sul DailyMail un articolo dal titolo «The pensioners being burned alive as witches by their own FAMILIES… so they can profit from lucrative land» dove vengono riportati gli screenshot del video.

Cercando ancora le parole chiave Kisii e Kenya troviamo il video pubblicato il 13 marzo 2009 sul sito Documentingreality.com dove si parla ancora di stregoneria e dove le vittime sarebbero appunto cinque:

Il video pubblicato nel 2009.

In un articolo della BBC del 26 giugno 2009 si parla degli orrori dovuti alle accuse di stregoneria in Kenya citando tra i villaggi coinvolti quello di Kisii.

L’articolo della BBC del 2009 sui casi di condanne per stregoneria in Kenya.

Un problema che riguardava anche il governo del Kenya di fronte a numerosi casi di omicidio contro anziani considerati stregoni, nel 2008 sono ben 33 i condannati per i casi avvenuti nel distretto di Kisii. Nell’archivio del sito del Dipartimento di Stato americano si riporta la vicenda avvenuta il 26 febbraio 2009 dove quattro donne e un uomo, tutti di circa 80 anni, vennero barbaramente bruciati vivi nel distretto di Kisii perché accusati di stregoneria e di averla praticata su un bambino. Cinque persone erano state condannate per il gesto a un anno di prigione mentre altre undici sono rimaste in libertà.

Il servizio di Kenya Television Network

In un servizio del TG andato in onda su KTN (Kenya Television Network) venne mostrato il video – con maggiore risoluzione – della brutale esecuzione nei confronti delle 4 donne e dell’anziano uomo accusati di stregoneria.

Questo dimostra quanto la narrativa diffusa sul video dai bufalari sia del tutto falsa.

La disinformazione dal settembre 2013

In un articolo del sito brasiliano Goioere.cidadeportal.com.br si sostiene che i fatti siano avvenuti in Costa d’Avorio e che le vittime sarebbero cristiane. Non viene riportata alcuna altra informazione oltre al titolo:

Una delle prime narrative sui cristiani diffusa dal Brasile.

Anche in seguito viene diffuso sostenendo che le vittime siano dei cristiani. In un post del 26 maggio 2016 della pagina Facebook Candra Wiguna sono presenti due screenshot di altrettanti post Facebook che riportano il video, ma con due narrative diverse: in quello a sinistra si sostiene che le vittime siano cristiane in Nigeria, in quello a destra le vittime vengono spacciate per musulmane.

Due post del 2016 con due diverse narrative.

Candra Wiguna riportava nel suo post che si tratta di un caso dove le vittime vengono accusate di essere degli stregoni e che, al contrario, i carnefici erano dei «religiosi».

La chiamata di Antonio Quinto

Ecco il testo del tweet dell’utente Antonio Quinto: «!Attenzione! !Le immagini potrebbero urtare La Vostra sensibilità! #RadioSavana & #AspettandoPrometeo Africa Cristiani bruciati vivi da musulmani nel nome di Allah. @Pontifex niente da dire? L’Islam nasce dalla pazzia di Maometto. L’Islam è contro l’Umanità. Go +». Nel finale la bandiera inglese che pare più una chiamata a un simbolo religioso cristiano. Nei tweet successivi l’utente tagga una lista di utenti con la speranza che la sua storia venga ripresa:

Tutti gli utenti taggati da Quinto per diffondere il video e la falsa narrativa.

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