Di Maio attacca i Benetton: «Il ponte Morandi: tragedia annunciata». Autostrade durissima: «Non dice la verità» – Il video
La cartina del mondo, uno zoom che punta sull’Italia fino ad arrivare a Genova sul ponte Morandi. Inizia così il video che Luigi Di Maio ha pubblicato su Facebook. L’attacco alla famiglia Benetton riassunta in un filmato, musica e toni drammatici.
Nei primi istanti del filmato parole si mischiano a immagini storiche: «Il ponte Morandi prende il nome da Riccardo Morandi, uno dei pionieri della moderna ingegneria in Italia e nel mondo. Quattro anni per costruire, tra case e officine, un gigante sospeso di 1182 metri di asfalto e cemento inaugurato il 4 settembre 1967».
Ma, dopo pochi secondi, si arriva al 14 agosto 2018, il giorno della tragedia: «Ore 11.30. A Genova crollano 200 metri del Ponte». «Una tragedia annunciata – sono le parole del video – 43 vittiime, 14 feriti, 566 sfollati. Un disastro che poteva essere evitato».
Poi, a circa metà del filmato, l’affondo alla società Autostrade: «15 agosto 2018, il Governo dichiara lo stato di emergenza e denuncia gravi inadempienze nella manutenzione della struttura. Aspi società autostrade annuncia 500 mila euro per le famiglie delle vittime». E qui compare, in terza persona, un virgolettato delle parole pronunciate allora da Di Maio: «Nessuna elemosina, giustizia doverosa». Poi l’affondo ai Benetton (proprietari della holding Atlantia che controlla Autostrade) con tanto di foto della famiglia: «Negli ultimi 20 anni la società dei Benetton ha speso solo 23 mila euro all’anno per la manutenzione strutturale del ponte. Prima lo Stato dedicava all’opera 1,3 milioni».
«Dalla privatizzazione della gestione autostradale nel ’99 Aspi ha guadagnato oltre 10 miliardi di euro, affluiti nella holding Atlantia e utilizzati per remunerare i suoi soci. Il prezzo al casello in 10 anni è salito del 30%. Solo nel 2016 la Società autostrade ha incassato 3,1 miliardi 624 milioni di utile, soldi che potevano andare alla manutenzione»
Il ministro del Lavoro parla di «profitti ingiustificati, mala gestione e manutenzione inesistente». Negli ultimi istanti del filmato ribadisce la sua posizione sulla revoca della concessione ad Aspi: «È un dovere non solo politico, ma morale. Noi siamo e resteremo al fianco dei parenti delle vittime», conclude il vicepremier.
L’attacco di Di Maio ai Benetton è iniziato lo scorso 27 giugno quando il vicepremier ha dichiarato di voler escludere la famiglia sia da Autostrade che da Alitalia. Parole che si erano tradotte con un crollo in borsa del titolo tanto che la società aveva minacciato azioni legali. Anche il ministro grillino Danilo Toninelli aveva parlato della revoca come di «unica alternativa».
Ma un freno è arrivato dai suoi stessi tecnici che hanno proposto una revisione delle condizioni per timore che lo Stato debba pagare una penale di circa 20 miliardi ad Autostrade per recesso anticipato. Tema, quello di Autostrade, che ha diviso anche gli alleati del governo gialloverde con Di Maio che ha accusato Salvini di non prendere posizione netta contro i Benetton e Salvini che ha raccomandato a Di Maio cautela visto che «di mezzo ci sono posti di lavoro». E c’è chi vede in questa battaglia contro i Benetton, l’ultimo baluardo del M5S, provato da pesanti sconfitte su altri temi bandiera come l’Ilva e la Tav dove sono partiti gli appalti.
La risposta di Autostrade
Autostrade per l’Italia ha però risposto al ministro del Lavoro e al suo video, che secondo la società: «Non rappresenta la verità dei fatti». A cominciare dalle cifre riportate da Di Maio nel video a proposito del contributo promesso da Aspi per la comunità genovese: «500 milioni di euro, non 500mila euro come indica il video».
«Ad oggi – prosegue la nota – la società ha messo a disposizione del Commissario Bucci 439 milioni per finanziare integralmente la demolizione e la ricostruzione del Morandi ed inoltre ha risarcito oltre il 90% dei familiari delle vittime, scegliendo di non attendere i tempi delle procedure assicurative, per un valore di 60 milioni di euro. A questi importi vanno aggiunti decine di milioni di euro che sono stati erogati dalla società per le prime necessità a famiglie, imprese, esercizi commerciali che hanno subito danni o disagi a causa del crollo».
I chiarimenti arrivano anche sul tema più spinoso dell’attività di manutenzione, per la quale Aspi ha ribadito di aver speso da dopo la privatizzazione circa 5,2 miliardi di euro, una cifra: «Superiore a quanto previsto dagli obblighi della Convenzione». Così come per il ponte MorandiNello specifico del ponte Morandi: «Le attività e le spese di manutenzione effettuate sono state superiori rispetto alla media della spesa per manutenzione di ponti e viadotti sull’intera rete. Nel periodo 2015/2018 (fino al 14 agosto), ci sono stati sul Morandi ben 926 giorni-cantiere, pari ad una media settimanale di 5 giorni-cantiere su 7 giorni».
Infine, «si evidenzia che la relazione del Politecnico di Milano fu commissionata dalla società Spea e non da Autostrade per l’Italia. Tale relazione – che si limitava a consigliare degli approfondimenti, peraltro poi pianificati e condotti – fu inserita nella documentazione del progetto di retrofitting trasmesso da Autostrade per l’Italia al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ottobre 2017 (e approvato dal Ministero non nei 90 giorni previsti dalla Convenzione, ma solo nel giugno 2018). Nel suo parere, il Politecnico non ravvisava elementi di urgenza, ne’ forniva alcuna indicazione di chiusura del Ponte».
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