La Croazia vuole entrare nell’Eurozona, già spedita una lettera all’Ue
Addio alla kuna: la Croazia si prepara ad abbonare la sua “lira” a favore dell’euro. Secondo documenti ottenuti da Politico.eu, il ministero delle Finanze e la banca centrale croata avrebbero inviato una lettera all’attuale presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e al Commissario Valdis Dombrovskis per avviare – ufficialmente – la procedura di adesione.
Adesso dovrebbe partire quindi un periodo di scrutinio da parte delle istituzioni europee di una durata di circa due anni: periodo in cui la Banca centrale europea, prossimamente sotto la direzione di Christine Lagarde, si occuperà di fissare i tassi d’interesse e di gestire le politiche monetarie del Paese.
La Croazia dovrà inoltre soddisfare una serie di requisiti entro il 2020, tra cui ci sono alcuni obblighi legati alla raccolta e alla diffusione di statistiche ufficiali e l’introduzione di nuove misure anti-riciclaggio.
Paese membro dell’Unione europea dal 2013, la Croazia è il più recente tra i 28 stati (27 se escludiamo la Gran Bretagna) a entrare a fare parte dell’unione politica europea. Con una popolazione di circa 4,5 milioni di persone, non fa attualmente parte dell’area Schengen.
Il blocco europeo è il suo principale partner commerciale – circa il 66% dell’esportazioni e il 77% delle importazioni sono con o da altri Paesi membri – e riceve più soldi dall’Unione europea rispetto a quelli del budget federale (la differenza è di circa 0,3 miliardi di euro).
La richiesta croata di aderire ufficialmente all’euro rientra in un contesto più ampio che vede diversi Paesi balcanici – dall’Albania alla Bulgaria passando per la Macedonia del Nord – in attesa di vedere approvata la loro richiesta di adesione all’Unione politica o, come nel caso della Bulgaria, a quella monetaria.
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