Bonus 18App e docenti: la Finanza si allea con il ministero per scovare i furbetti dei 500 euro
Il governo Renzi ha introdotto due misure per aiutare gli attori del mondo della scuola: 500 euro per gli studenti al compimento del 18esimo anno di età, stessa cifra per i docenti. Un sostegno non da poco per chi vuole investire un po’ di soldi in cultura: libri, musica, biglietti per cinema e teatro, ma anche corsi di formazione e strumenti per aiutare gli insegnanti nell’insegnamento. Ma come a volte succede in Italia, quando si trova il modo di aggirare la legge per un tornaconto personale, i furbetti inventano strategie per lucrare su fondi pubblici.
Come funziona la truffa del 18App
Gli studenti beneficiari del bonus che non vogliono spendere i 500 euro in attività o oggetti legati alla propria cultura, si rivolgono a commercianti compiacenti. Cedono il buono da 500 euro e gli esercenti lo fanno risultare come un acquisto falso, mai avvenuto. In cambio, i titolari di librerie o negozi di musica danno in media ai ragazzi 300 euro in contanti: così potranno disporre liberamente di una cifra, seppur inferiore, non vincolata agli acquisti previsti dal bonus 18App (o bonus Cultura).
Intanto, anche il negoziante ha un duplice tornaconto: chiede al ministero il rimborso dei 500 euro, trattenendo così 200 euro di guadagno netto. In più il prodotto che era stato falsamente ceduto agli studenti può essere venduto a nero sul mercato. E a settembre partirà un progetto della guardia di finanza che indagherà su insegnanti, esercenti e frodi legate al bonus Docenti.
Il sodalizio Finanza e Mibac
Il ministero per i Beni e le attività culturali ha già fornito alla Guardia di finanza il database di tutti i beneficiari del bonus 18App. L’allarme è partito dopo alcuni controlli delle fiamme gialle: in meno di un anno, il nucleo speciale della spesa pubblica e repressione frodi comunitarie ha smascherato 700 soggetti, denunciati, e un utilizzo irregolare pari a 1,6 milioni di euro da parte degli studenti del bonus 18App.
Il protocollo siglato da Finanza e ministero che mette «a disposizione del nucleo speciale tutte le informazioni in possesso al Mibac relative ai beneficiari delle misure di sostegno», è stato sottoscritto dal ministro Alberto Bonisoli e dal comandante generale della Guardia di finanza, Giuseppe Zafarana.
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