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Cinque Terre, il Tar ha deciso: sì al numero chiuso dei turisti a Riomaggiore

08 Luglio 2019 - 10:13 Redazione
«La sentenza è storica, una buona notizia per tutti i sindaci d’Italia: stabilisce che ci sono strumenti per far valere le responsabilità che abbiamo sui territori»

L’aveva invocato a gran voce per tutelare quel delicato patrimonio turistico arroccato sulla scogliera del Levante ligure. Alla fine Fabrizia Pecunia, sindaca di Riomaggiore, ha avuto ragione dal Tar sul ricorso che aveva presentato Ferrovie dello Stato: si può imporre un numero massimo di persone che possono sostare in una stazione (e dunque, in prospettiva, anche nel paesino ligure).

Riomaggiore, Manarola, Vernazza, Corniglia e Monterosso, compongono le Cinque Terre, patrimonio dell’umanità italiano invidiato in tutto il mondo. In provincia di La Spezia, il maggior pericolo per questi borghi è dato anche dalla principale fonte di guadagno: il turismo.

Il territorio è fragile, privo di ampi spazi e soggetto a un facile deterioramento proprio per la sua particolare conformazione. Il flusso di 3 milioni e mezzo di turisti ogni anno, i quali raggiungono i borghi prevalentemente con il treno, mette a rischio la conservazione delle Cinque Terre.

Per questo la sindaca Pecunia aveva emesso un’ordinanza particolare che inseriva nel regolamento comunale “l’allerta per folla”. In poche parole, si stabiliva che le Ferrovie dello Stato, per motivi di sicurezza, dovessero rispettare un numero massimo di persone da far scendere nella stazione di Riomaggiore.

Di fatto, sarebbe entrato in vigore l’obbligo di prenotazione per scendere nel borgo delle Cinque Terre. Ferrovie ha impugnato davanti al Tar l’ordinanza. I giudici hanno effettivamente bocciato il provvedimento della sindaca, ma soltanto per ragioni di procedura, sospendendolo.

La sentenza, invece, è dalla parte della prima cittadina: stabilisce infatti che la sicurezza del Comune prevale sulla libera circolazione delle persone. «Andremo avanti, rifaremo l’ordinanza – ha detto Pecunia a Repubblica -. La sentenza è storica, una buona notizia per tutti i sindaci d’Italia: stabilisce che ci sono strumenti per far valere le responsabilità che abbiamo sui territori».

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