Tensione dopo la morte di un 32enne bengalese in un centro di rimpatrio a Torino: «È stato vittima di stupro»
Si chiamava Sahid Mnazi, aveva 32 anni, era di nazionalità bengalese e stamattina, 8 luglio, è stato trovato senza vita nel Centro di Permanenza e Rimpatrio di via Santa Maria Mazzarello, a Torino. Il decesso però risalirebbe alla scorsa notte.
Stando al responso del medico legale intervenuto sul posto il decesso sarebbe avvenuto per cause naturali, anche se il pm di turno ha aperto un fascicolo di inchiesta e le indagini sono state assegnate alla polizia.
Alcuni testimoni raccontano poi un’altra storia: l’uomo avrebbe subìto una violenza sessuale all’interno della struttura e per questo motivo sarebbe stato isolato dagli altri detenuti.
I migranti che si trovano nel Centro di Permanenza e Rimpatrio dopo aver appreso della morte del 32enne hanno dato inizio a una rivolta.
La Questura e la smentita
Fanpage.it ha contattato la Questura di Torino che ha dichiarato: «È ancora in corso un intervento. Il medico legale ci ha confermato che al 99 per cento il decesso è avvenuto per cause naturali, anche se verranno svolti degli accertamenti sul corpo della vittima».
E ha aggiunto: «In merito alla violenza sessuale non ci è mai pervenuta nessuna denuncia, quindi non siamo in grado di confermarla. Non possiamo escludere, tuttavia, che in passato il 32enne abbia avuto una lite con altri ospiti del Cpr».
Sempre il quotidiano online è riuscito a risalire a una mail inviata, il 25 giugno, da un detenuto alla Procura di Torino e ad alcuni giornali, in cui si faceva riferimento all’abuso sessuale.
«Bongiorno sv
Voglio portare alla vostra attenzione quanto accaduto al CIE di Torino ieri 24 06 2019.Ci fu un episodio di stupro che si consumo all’interno dello stesso centro dai racconti della vittima .Si tratta di un regazzo che le forze dell’ordine presenti hanno poi portato in isolamento dopo aver lo portato nell’aria blu dove sono dall’aria gialla dove era prima. Questo perche quando il regazzo è entrato nell’aria ha comenciato a piangere e ci ha raccontato l’accaduto. Noi abbiamo protestato perche l’ispettore presente in quel momento ci aveva mentito dicendo che aveva solo litigato con qualcuno . A questo punto ne segui lo spostamento del regazzo. La nostri paura è che provino a insabbiare l’episodio perche a loro no conviene sicuramente che si interessi la procura di quanto succede ogni giorno all ‘ interno del centro. Chediamo per cortesia che qualcuno ci dia voce siamo stremati della fame è degli abusi perpettrati dello stesso personale senza poter fare niente. Nel caso di voler denunciare qualcosa e me personalmente é successo che dicono varie volte;tu sei clandestino no puoi presentare un denncia ni querella.Mandaro lo stesso email ai giornalisti. In attesa sprimo distinti saluti è alta consirazione. Ringrazio»
Foto di copertina: Un momento della rivolta nel Cpr di Torino, da torinoggi.it
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