Lezzi (M5S) attacca la Lega: «Sull’autonomia differenziata non c’è alcun testo». Ma è davvero così?
«Sull’autonomia differenziata, nonostante le riunioni già fatte, non c’è ancora nessun testo»: l’attacco agli alleati di governo della Lega arriva a metà pomeriggio dalla ministra Barbara Lezzi (M5S), quando era da poco sfumata la tensione per la richiesta di dimissioni del sottosegretario Spadafora da parte di Matteo Salvini.
Non è la prima volta che la titolare del ministero per il Sud esprime critiche verso il provvedimento fortemente voluto dal Carroccio, che secondo il partito guidato da Luigi Di Maio rischia però di incrinare «coesione nazionale».
L’ultima riunione a Palazzo Chigi risale a meno di 24 ore fa e si è bloccata su almeno due punti principali: il nodo finanziario e quello relativo alla scuola (e a chi spettano le assunzioni tra Stato e Regioni). I testi a cui fa riferimento il ministro Lezzi sono quelli delle intese definitive tra il Governo e le regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) che per prime hanno chiesto l’autonomia differenziata.
Sarà il consiglio dei Ministri ad approvarli – «nel primo consiglio dei Ministri utile» ha detto il premier Conte – ma questo tema nell’ordine del giorno dei Cdm continua a slittare proprio perché manca l’accordo politico tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Quindi i testi definitivi degli accordi non ci sono, ma quelli degli accordi preliminari tra il governo e le tre regioni sì e risalgono al 28 febbraio 2018 (qui è possibile consultare i pdf). In carica c’era il governo Gentiloni. Un anno dopo, nella seduta del consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2019, il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani ha illustrato i contenuti di queste pre-intese.
Da allora gli esponenti del governo si riuniscono periodicamente a Palazzo Chigi per modificare e integrare quei testi. Da cinque mesi i membri del governo Conte lavorano su bozze di testo (come quella mostrata qui sopra e datata 4 luglio): il prossimo vertice sul tema è fissato per giovedì mattina, 11 luglio.
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