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Autonomia differenziata, i paletti di Di Maio: «La difesa del Sud è imprenscindibile»

10 Luglio 2019 - 12:58 Redazione
«Di spaccare il Paese in due e lasciare il Centro-Sud isolato non se ne parla», è l'avvertimento del capo politico dei 5 Stelle

«La difesa del Sud è imprescindibile». Luigi Di Maio, vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, prende posizione sulla questione autonomia differenziata, e mette i suoi paletti. «L’autonomia è nel contratto e si farà, ma sarà un’Autonomia per tutti gli italiani, equilibrata e giusta», scrive stamane 10 luglio su Facebook, rilanciando un’intervista a Il Mattino in cui spiega le sue ragioni.

«Di spaccare il Paese in due e lasciare il Centro-Sud isolato non se ne parla», è l’avvertimento di Di Maio. «Se mio figlio va a scuola deve avere le stesse opportunità degli altri bambini. Insomma, facciamo le cose fatte bene e il MoVimento 5 Stelle ne è il garante», assicura.

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Lo scontro sull’autonomia

Dopo le elezioni europee, l’alleato di governo dei 5 Stelle – la trionfante Lega di Matteo Salvini – prova a capitalizzare il risultato e i ribaltati rapporti di forza con i grillini, dettando l’agenda e rilanciando, su immigrazione come su economia, i propri cavalli di battaglia. L’autonomia, si sa, lo è da sempre: un provvedimento che dovrebbe riguardare due regioni leghiste, Veneto, Lombardia, e una a trazione Pd, l’Emilia-Romagna. Altre regioni interessate al tema sono Piemonte, Liguria, Umbria, Marche, Toscana e Campania. «Sull’autonomia differenziata ho sempre detto che non bisogna avere fretta e che vanno sciolti tutti i nodi», sottolinea Di Maio oggi.

Ieri l’attacco della sua collega di partito, la ministra per il Sud Barbara Lezzi: «Sull’autonomia differenziata, nonostante le riunioni già fatte, non c’è ancora nessun testo». Ma da cinque mesi il governo Conte lavora su bozze di testo: il prossimo vertice sul tema è fissato per domani mattina, 11 luglio. Un appuntamento delicato, cui parteciperà anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria: si parla del capitolo finanziario.

Le bozze

Il sito Roars.it, specializzato nel dibattito sulla scuola e la ricerca universitaria, pubblica le carte integrali sul regionalismo differenziato: «come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si preparano a frantumare il paese», si legge. I nuovi testi delle intese «annunciano un precipizio istituzionale: la frantumazione, sostanzialmente irreversibile, delle strutture materiali ed immateriali alla base della collettività e dell’identità nazionale. Scuola, Sanità, Ricerca, Infrastrutture, Beni culturali, Ambiente, Professioni, Previdenza integrativa, Sicurezza sul lavoro e altro ancora, con relative risorse, dalla competenza statale passerebbero a quella regionale».

A preoccupare è l’immagine di un’Italia a due velocità, spaccata in due, tra nord e sud: nella scuola, nella sanità, nei servizi. «Ho molti dubbi sulla scuola regionale», dice oggi Di Maio a Il Mattino. «Ma classi di Serie A e di serie B sono incostituzionali».

Su Facebook il vicepremier rilancia: «Anche sulle tasse ieri ho sentito parlare di condoni. Il MoVimento di condoni non ne fa e non ne farà mai e troviamo assurdo che, quando si parla di tasse, il primo pensiero di qualcuno sia fare dei regali ai grandi evasori. Per noi i grandi evasori vanno in carcere!».

Una certezza, piuttosto, per il capo politico grillino è che l’Iva «non aumenterà e taglieremo il costo del lavoro per aiutare le imprese». E non manca un passaggio sulla Flat Tax, tanto cara agli alleati di governo della Lega. «Aspettiamo ancora le coperture», dice Di Maio. «Non c’è un piano, ma per noi si fa. Basta che per farla non si aumenti l’Iva, appunto, o si tolgano soldi già in tasca agli italiani, perché sarebbe una presa in giro che già abbiamo visto per molti, molti anni».

In copertina il ministro del Lavoro Luigi Di Maio durante il 245esimo anniversario della Guardia di Finanza. Roma, 21 giugno 2019. Ansa/Massimo Percossi

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