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Fondi russi alla Lega, dal M5s ok a commissione d’inchiesta (per tutti). Conte: «Ho fiducia in Salvini»

11 Luglio 2019 - 20:20 Redazione
Il consiglio dei Ministri è durato quasi due ore, dopo lo strappo di questa mattina nel governo sull'autonomia differenziata

«Leggiamo di presunti finanziamenti provenienti dalla Russia e indirizzati alla Lega. Leggiamo di possibili querele e tutti ci chiamano per sapere la nostra posizione. La nostra posizione è semplice e l’abbiamo sempre ribadita: al Movimento 5 Stelle non gliene frega nulla dei petrolieri e men che meno degli speculatori». Solo ieri, con queste parole, il M5s commentava e si teneva a debita distanza dal caso dei presunti fondi russi alla Lega, su cui la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta

E se in mattinata, dopo il teso consiglio dei Ministri, il premier Giuseppe Conte aveva espresso la propria fiducia a Matteo Salvini, nelle aule del Parlamento i capigruppo del Partito Democratico di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, annunciavano la proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sui presunti legami tra Lega e Russia.

M5s: «Sì alla commissione d’inchiesta sui finanziamenti»

La proposta dei dem, bollata dal vicepremier leghista Matteo Salvini come «Ridicola», mentre dalla presidentessa del Senato Casellati è stata definita un mero «Pettegolezzo giornalistico», ha trovato una sponda nei Cinque Stelle che, nel tardo pomeriggio hanno detto «Sì all’istituzione della commissione d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti». 

Fonti del M5s hanno infatti annunciato di appoggiare la proposta del Pd, ma hanno specificato che si aspettano che vada a investigare su «tutti i partiti, associazioni e fondazioni collegate», non solo sulla Lega. E, pur appoggiando la proposta dei dem, il MoVimento incalza l’opposizione: «Dal Pd aspettiamo ancora i nomi dei componenti della commissione d’inchiesta sulle banche». 

Conte: «Ho fiducia in Salvini»

Doveva essere un consiglio dei Ministri semplice: si doveva parlare della revisione del codice nautico e dei due ‘nuovi’ ministri, Lorenzo Fontana e Alessandra Locatelli. E invece in poche ore nel governo è tornata la tensione: prima lo strappo durante il vertice mattutino sull’autonomia e le trattative sulle modifiche al decreto sicurezza bis. Poi la notizia dell’indagine per corruzione internazionale della Procura di Milano sui presunti legami tra il partito di Matteo Salvini e imprenditori russi.

Dopo quasi due ore di riunione, in conferenza stampa di fianco al presidente del Consiglio Giuseppe Conte si presentano i ministri Fontana e Locatelli. E il premier sottolinea il suo sostegno a Matteo Salvini: «Fiducia la invoco sempre: è fondamentale con i cittadini e nel governo. Salvini ha fatto dichiarazioni: ho fiducia nel ministro Salvini». E poi ancora: «Confesso di non avere sentito l’audio di cui si parla. Non ho capito nemmeno se a Milano è stata aperta un’inchiesta».

Lo strappo sull’autonomia

«Non posso trasferire tutte le materie legislative e amministrative» alle regioni che hanno chiesto l’autonomia, «altrimenti avremmo uno Stato centrale senza competenze», ha detto il premier Giuseppe Conte sul tema dell’autonomia differenziata. La distanza tra Lega e 5 Stelle sul tema è considerevole: divisi sulle competenze, in particolare su quelle che riguardano la scuola.

Il refrain di Matteo Salvini è quello usato quando gli alleati di governo frenano su un tema caro al Carroccio: autonomia differenziata e decreto sicurezza bis, nel caso specifico. «Certe cose me le aspetto dal Pd e non dai 5 Stelle», dice a metà mattina il ministro dell’Interno.

Salvini: «Fico blocca i nostri emendamenti»

L’attacco di Salvini è netto e arriva attraverso una diretta Facebook a metà mattina: «Spero che non ci sia una parte dei 5 Stelle che tifa contro la polizia» dice riferendosi agli emendamenti proposti dalla Lega al decreto sicurezza bis e per ora «bloccati dal presidente della Camera Roberto Fico» riguardanti le forze dell’ordine.

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