I messaggi delle borsiste di Bellomo: «Come il bunga bunga»
Dagli atti dell’inchiesta a carico di Francesco Bellomo spuntano anche gli sms che le borsiste, aspiranti magistrato, si scambiavano quattro anni fa. «Mi vergogno molto per essermi fatta abbindolare – scrive una di loro a un’amica dopo essere stata espulsa – Sento che hanno ancora presa su di me e non voglio cascarci. Sono malati. Se saltasse fuori la storia sarebbe il bunga bunga 2015».
Una delle presunte vittime di Bellomo, sua ex fidanzata, ora avvocato, e che con il suo esposto ha fatto partire l’inchiesta, scriveva: «Non so che visione abbia per le donne, ma le foto che mi faceva fare parlano chiaro. Mi vergognavo delle foto che sono stata costretta a mettere, mi facevo schifo da sola, mi sentivo messa in vendita»
Un’altra borsista si confidava con la sorella, a proposito degli accordi presi con Bellomo, di aver firmato «un contratto di schiavitù sessuale». D’altra parte ciò che il giurista affidava ai messaggi di testo inviati, e oggi trascritti negli atti, non lascia dubbi circa la sua interpretazione del proprio ruolo. Scrive a proposito di una ragazza che avrebbe ricevuto troppi like che sarebbe «scientificamente una prostituta» e perciò l’ha esclusa dal corso.
Già nel dicembre del 2015, sulla chat dei concorsi mininterno.net, comparivano messaggi decisamente allusivi ai comportamenti tenuti da Bellomo, con riferimenti a ciò che scriveva nella rivista del corso e a quella che sembrava l’intenzione di crearsi attorno all’attività curriculare un vero e proprio harem.
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