L’audio dell’incontro tra leghisti e russi, Savoini: «Non mi riconosco nella voce né nei discorsi che faccio»
Gianluca Savoini, protagonista dell’audio diffuso da Buzzfeed relativo a un incontro con dei petrolieri russi per presunti finanziamenti alla Lega a pochi mesi dalla campagna elettorale per le Europee, nega tutto. Niente soldi, nessuna trattativa, soltanto un caffè assieme a una quindicina di persone e l’ipotesi di un audio manomesso. Una trappola creata ad arte per gettare fango sulla Lega e per mettere i bastoni fra le ruote a Matteo Salvini.
In un’intervista a Repubblica, il capo dell’associazione Lombardia-Russia, si difende così: «[…] oggi come oggi non serve molto per manomettere un file, tagliare frasi, alterare la voce. È malafede, una porcheria, anche perché chi l’ha fatta non ha mica la prova del versamento su un conto corrente. Non c’è niente perché non c’è mai stata neanche l’intenzione di fare niente del genere».
Quotidiano diverso, stessa difesa. Via sms al Corriere, Gianluca Savoini aveva dichiarato di essere «basito dopo queste buffonate». «Tutte illazioni – aveva continuato – nulla di concreto perché mai sono arrivati soldi né fondi alla Lega dalla Russia. Mai!». Secondo Savoini, l’audio di quel vertice all’hotel Metropol di Mosca è «un processo sul niente, fumo e basta per rompere le scatole a Salvini. Trovino i soldi che non ci sono e allora ne riparliamo».
Nulla di fatto anche per l’identità di tali Luca e Francesco, presenti durante l’incontro all’Hotel Metropol di Mosca, i cui nomi riecheggiano nell’audio rubato e diffuso da Buzzfeed. Savoini non sa: «Dopo 9 mesi tirano fuori queste cose. Mah! Finanziamenti zero, quindi non ho altro da dire. I soldi non ci sono mai stati e quindi querele a raffica. Grazie».
Savoini, tesserato nella Lega sin dal 1991 e fedelissimo di Roberto Maroni di cui era stato portavoce, attualmente non ricopre alcun incarico ufficiale nel Carroccio, ma in passato fu portavoce di Salvini quando venne eletto segretario federale.
Tuttavia, in modo ufficioso, la figura di Savoini sembra legare il partito del Carroccio alla “Russia Unita” di Vladimir Putin, tra viaggi di lavoro e incontri imprenditoriali che, come nel caso dell’incontro del 18 ottobre 2018, sembrerebbero sfociare in accordi strategici politici, per creare un’alleanza italo-russa, mediante la presunta negoziazione di un accordo basato «sull’invio di milioni di dollari, frutto dei proventi del petrolio russo al partito di Matteo Salvini, attraverso un canale segreto».
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