La ong Mediterranea sotto attacco durante la raccolta fondi: «Nostro sito affondato dalla Russia»
«È inutile, non ci fermerete», scrivono su Twitter gli attivisti dell’Ong Mediterranea Saving Humans. Durante la giornata del 9 luglio, quando la nave Alex veniva messa sotto sequestro per aver ignorato l’alt della Guardia di Finanza, il sito dell’Ong è stato in down.
Secondo i membri di Mediterranea si tratterebbe di un attacco da parte dei server russi che hanno momentaneamente compromesso la fruibilità del sito. E lo hanno fatto in un momento delicato, perché proprio in quelle ore era in corso una raccolta fondi per recuperare dei soldi necessari a pagare la multa per aver forzato il blocco imposto dal decreto sicurezza bis.
Il nostro sito ha subito innumerevoli attacchi informatici da server russi che l’hanno momentaneamente compromesso e che denunceremo alle autorità competenti.
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) 9 luglio 2019
I canali social rimangono attivi, e potete donare qui 👉 https://t.co/2db0Dto3ti
È inutile, non ci fermerete. pic.twitter.com/qWFlwxVSeJ
A quel punto, il crowdfunding gestito da Banca Etica è continuato tramite social. A spiegare meglio l’accaduto è stato Beppe Caccia, ex assessore comunale di Venezia e oggi armatore della barca a vela “Alex”. A La Stampa ha detto che è stato il provider di Mediterranea a individuare l’attacco e a geolocalizzarlo nell’area russa e est-europea. Un classico attacco dos (denial of service), cioè la richiesta contemporanea di accessi.
L’organizzazione sta già preparando un dossier di denuncia da portare in procura: «Siamo una piccola Ong, nata non da molto, e riceviamo un’attenzione di questa portata proprio mentre siamo bersaglio del governo», ha aggiunto Caccia.
Grazie al sito, Mediterranea era riuscita a raccogliere già 50mila dei 65mila euro necessari a pagare la multa: «Per aver salvato 59 persone, abbiamo ricevuto 65 mila euro di multa. Lo rifaremo. Per noi la vita non ha prezzo».
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