Anche il Salone dell’auto da Torino a Milano, Appendino «furiosa»: la sindaca M5s pensa alle dimissioni
Una frattura profonda scuote la giunta comunale di Torino, guidata dalla sindaca M5s Chiara Appendino, a tal punto che la prima cittadina del capoluogo piemontese ha annunciato su Facebook che «senza sottrarsi alle proprie responsabilità, si riserva qualche giorno per le valutazioni politiche del caso».
Torino, dopo aver rinunciato a ospitare le Olimpiadi invernali 2026 – vinte da Milano e Cortina – ha infatti perso anche il Salone dell’Auto (Motor Show, ndr), che dopo cinque edizioni nel capoluogo piemontese si trasferirà a Milano.
Gli organizzatori: «Milano scelta per seguire la nostra vocazione innovativa»
L’annuncio è stato dato dagli organizzatori che hanno annunciato che «seguendo la nostra vocazione innovativa, abbiamo scelto per il 2020 di organizzare il Salone a Milano, in collaborazione con Aci». «Sarà un grande evento internazionale – continua il presidente dell’associazione organizzativa Andrea Levy – all’aperto e con una spettacolare inaugurazione dinamica nella giornata di mercoledì 10 giugno 2020. Ringraziamo la Città di Torino per aver collaborato in questi 5 anni alla creazione di un evento di grande successo, capace di accendere sulla città i riflettori internazionali».
La mozione del M5s per vietare il Salone dell’Auto al Valentino
Malgrado ciò, l’organizzazione pare non aver avuto sufficienti garanzie sulla possibilità di organizzare nuovamente il Salone dell’Auto nella cornice del Parco del Valentino. Incertezze per lo più legate a una mozione, portata avanti da nove consiglieri Cinque Stelle del consiglio comunale torinese, volta a vietare qualunque tipo di manifestazione all’interno del Valentino e, in particolare, il Motor Show.
L’Appendino aveva annunciato che avrebbe votato contro, così come altri assessori della giunta torinese, ma a nulla son valsi gli sforzi di mediazione tra organizzatori, comune e regione. «Sono furiosa per la decisione del comitato organizzatore del Salone dell’Auto di lasciare Torino dopo 5 edizioni di successo. È una scelta che danneggia la nostra città, a cui hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco (Guido Montanari, ndr)».
Montanari: «Mi scuso per aver dato pretesto a polemiche strumentali»
Montanari aveva recentemente dichiarato: «Fosse stato per me, il Salone al Valentino non ci sarebbe mai stato. Anzi, nell’ultima edizione ho sperato che arrivasse la grandine e se lo portasse via. Sono stato io a mandare i vigili per multare gli organizzatori». Ma dopo le accuse a viso aperto della sindaca, Montanari ha tentato di correre ai ripari dall’ira della sindaca, rimandando agli organizzatori la responsabilità per la scelta di spostare il Salone a Milano.
«Ho sempre ritenuto che il Salone dell’auto sia una ricchezza della città – spiega in un post su Facebook Montanari – e che si possa fare al Parco del Valentino con una mediazione tra esigenze degli organizzatori e fruizione del parco. Limitare i tempi di montaggio e smontaggio dei padiglioni e compensare con interventi sulla qualità del verde è una semplice scelta di buon senso». Il vicesindaco, chiosando, accusa poi gli organizzatori di aver strumentalizzato le sue parole per giustificare evidentemente scelte già assunte. Capisco lo sconcerto e il disappunto della Sindaca e mi scuso per aver dato pretesto a polemiche strumentali».
La mediazione di Di Maio
Ultima possibilità di salvare la giunta Cinque Stelle a Torino spetta al vicepremier Luigi di Maio, che il 12 giugno sarà in visita nel capoluogo piemontese nel tentativo di mediare tra le anime divergenti del MoVimento in Piemonte, in ormai palese contrasto tra loro sui grandi temi: dalla Tav alle Olimpiadi, passando anche per il perduto Salone dell’Auto proprio nella città dell’auto italiana per eccellenza: la culla della Fiat.
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