La Supermedia dei sondaggi dice che il consenso per la Lega è cresciuto ancora
Proprio mentre è in procinto di scatenarsi una tempesta (giornalistica, politica, forse anche giudiziaria) sulla Lega, il partito di Matteo Salvini fa registrare un nuovo record di consensi nella Supermedia. Per la prima volta, infatti, nella nostra elaborazione settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto il Carroccio sfonda non solo quota 36, ma persino quota 37, attestandosi a un incredibile 37,7%.
E non è nemmeno l’unica “notizia” di questa settimana: oltre al record della Lega, infatti, c’è da registrare il sorpasso – sia pure di strettissima misura – di Fratelli d’Italia nei confronti di Forza Italia: 7,0% contro 6,9%. Ma si tratta, in un caso e nell’altro, di dati molto “provvisori”, da prendere ancor più del solito con le molle. Vediamo perché.
Con l’arrivo dei palinsesti estivi, molte trasmissioni di approfondimento giornalistico sono andate in ferie, in alcuni casi lasciando spazio alle loro “versioni” estive. Questo cambio ha portato con sé anche una minore diffusione dei sondaggi politici commissionati da quelle trasmissioni. Per questa ragione, laddove mediamente la nostra Supermedia può basarsi su un “paniere” piuttosto ampio di istituti che effettuano le rilevazioni (in media tra i 5 e gli 8 istituti), questa settimana possiamo basarci sui dati di “solo” 3 sondaggisti: gli istituti Noto, Tecnè e SWG.
Se però andiamo ad analizzare i trend relativi a ciascuno di questi istituti, emerge come vi siano effettivamente in corso degli spostamenti di consenso. Per l’istituto Noto, ad esempio, la Lega è passata dal 35% rilevato all’indomani delle elezioni europee, al 36% e infine al 38% di questa settimana. Anche per Tecnè il partito di Salvini è salito dal 36% al 37,8%. SWG registra invece una certa stabilità, dal momento che stima la Lega sopra il 37% da diverse settimane, senza variazioni significative.
Un discorso simile – sia pure speculare – va fatto per Forza Italia: che è scesa in un mese dall’8 al 6,5 per cento secondo Noto, dal 9,2 al 7,7% per Tecnè ed è rimasta stabile tra il 6 e il 7 per cento nelle rilevazioni di SWG. Con tutte le cautele del caso, quindi, sembra di poter dire che nelle ultime settimane c’è stato un – ulteriore – travaso di voti dal partito di Berlusconi a quello di Salvini.
Il calo del Movimento 5 Stelle, che avrebbe perso un punto esatto negli ultimi 15 giorni, è invece da addebitare pressoché interamente all’assenza, nel “paniere” della Supermedia di questa settimana, di altri istituti le cui stime sono solitamente più generose verso il M5s.
E veniamo al secondo motivo per cui questi dati sono da intendersi come provvisori. Nessuno dei sondaggi finora pubblicati è stato infatti realizzato all’indomani della pubblicazione dell’audio – diffuso da BuzzFeed – in cui si sente un esponente della Lega trattare una vendita di petrolio multi-milionaria con alcuni esponenti del governo russo, in cambio di appoggio politico alla causa sovranista di cui si è fatto portavoce il Presidente Vladimir Putin (che di recente ha definito “superato” il modello democratico-liberale occidentale).
Se – come prevedibile – questa vicenda sarà ampiamente trattata sui media nei prossimi giorni (o settimane), è quasi certo che vi saranno delle conseguenze anche in termini di orientamento dell’opinione pubblica. Ma di che tipo di conseguenze si tratterà?
Qualche indizio ce lo possono dare i dati dell’istituto Demos diretto da Ilvo Diamanti, relativi alla percezione della Russia (e di Putin) nel nostro Paese. Secondo una rilevazione risalente allo scorso gennaio, la percentuale di italiani che a inizio anno dichiaravano di avere “molta” o “moltissima” fiducia nella Russia era pari al 27%. Un dato inferiore a quello degli Stati Uniti (38%) o della Germania (42%), ma superiore a quello di un nostro vicino europeo come la Francia (24%).
Inoltre, rispetto al 2014 la fiducia verso la Russia sarebbe cresciuta di ben 11 punti: negli ultimi 5 anni, quindi, gli italiani che guardano di buon occhio al Paese di Putin è aumentato, e non di poco. Dall’analisi di Demos è piuttosto interessante notare come questi italiani “filo-russi” siano più numerosi tra gli elettori di Forza Italia (45%) e della Lega (37%), e decisamente meno tra quelli del Partito Democratico (21%).
Un altro dato interessante, sempre dell’istituto Demos, riguarda l’opinione degli italiani sui leader stranieri, in particolare su Vladimir Putin. L’indagine risalente ad aprile 2018 – poco dopo le elezioni politiche nel nostro Paese – mostrò come il presidente russo fosse meno apprezzato di Angela Merkel (39% di giudizi positivi contro il 51% della Cancelliera) ma decisamente più del Presidente americano Donald Trump (23%) e soprattutto, anche qui, con un trend in aumento di 4 punti rispetto all’anno precedente.
Anche in questo caso, Demos registrava una propensione a promuovere Putin decisamente superiore alla media tra gli elettori di Forza Italia (61%) e quelli della Lega (53%) e, al contrario, molto minore tra quelli del Partito Democratico (28%).
Certo, questi numeri contano fino a un certo punto: la trattativa opaca con un paese straniero, come quella che emerge nell’audio diffuso da BuzzFeed, costituisce un fatto grave, a prescindere da quale sia il paese straniero in questione. È certamente possibile che anche alcuni tra i gli elettori più “sovranisti” – magari con un’ottima opinione della Russia di Putin – possano non gradire che vi sia stata una trattativa di questo tipo, in cui si parla di finanziamenti milionari da versare in modo occulto. Le prossime settimane, quasi certamente, ci daranno la possibilità di indagare a fondo anche questo aspetto.