La morte del domatore di tigri, cosa è successo in quella gabbia: parla la titolare del circo
«La storia raccontata dai giornali è totalmente diversa dalla realtà. Le uniche persone che possono sapere realmente come sono andati i fatti sono quelle che erano presenti, quindi non capisco come persone che non si trovavano nemmeno nei paraggi si possano permettere di dare delle versioni dei fatti, parlare di dinamiche, quando non c’erano». A parlare all’Agi è Marina Monti, titolare del Circo Orfei, che dopo la morte del domatore Ettore Weber, durante una seduta di allenamento con le sue tigri, ha scatenato le polemiche degli animalisti e non.
La morte del domatore, però, diversamente da quanto riportato inizialmente, non è stata dovuta all’aggressione delle tigri in gabbia, bensì – così come riportato anche nei referti dell’autopsia – da una sfortunata zampata che la tigre era solita dare alla spalla del domatore durante lo show, ma che, in questo incidente, è arrivata alla giugulare dell’uomo.
La ricostruzione dei fatti
«Ettore Weber era appena entrato in gabbia, quando è entrata la seconda tigre lui si è girato per andare a recuperare la prima per posizionarla sul suo sgabello dal quale era scesa – racconta la testimone oculare Marina Monti – La seconda tigre, trovandosi sul suo sgabello, quindi in posizione da spettacolo, e vedendo passare il signor Weber, ha allungato la zampa come previsto dalla sua parte nello show. Purtroppo Weber si è trovato di spalle ed era troppo vicino alla tigre, quindi con quel gesto naturale, che faceva sempre, l’ha colpito alla giugulare».
La titolare del Circo Orfei prosegue nel racconto: «Se il signor Weber fosse stato 20 centimetri più alto lo avrebbe colpito alla spalla e non sarebbe successo niente, sarebbe stato un graffio, cose che succedono spesso durante i numeri. Purtroppo è stata una fatalità». Una ricostruzione confermata anche dai medici legali: «Weber è morto nel giro di 2-3 secondi, e non se n’è nemmeno reso conto. Accasciandosi a terra, davanti a quelle tigri che erano sue, che aveva da quindici anni, che accudiva lui, le altre tigri gli si sono avvicinate, lui infatti addosso non ha morsi, ha graffi».
Le accuse della titolare alle associazioni animaliste
E sulle durissime accuse e insulti riservati, specialmente sul Web – al domatore dopo la diffusione della notizia della sua morte, la titolare del Circo Orfei rigetta le accuse e punta il dito contro le associazioni animaliste, che – a suo dire – «si interessano dei nostri animali è solo una questione di soldi. Per loro non sono animali, per loro sono soldi. Soldi che camminano». «Ho visto che un maniscalco è morto a causa del calcio di un cavallo – prosegue Marina Monti – ma è passato inosservato. Ci sono state in questi giorni persone aggredite da cani, ma è passato tutto inosservato. Per questo incidente, che presenta più o meno la stessa dinamica, ci stanno attaccando così».
Il destino delle tigri
E l’ultimo scambio di battute si focalizza sul destino delle tigri, al momento poste sotto sequestro allo Zoo Safari di Fasano, in provincia di Brindisi e per cui l’associazione animalista Lav (Lega Anti Vivisezione) si sarebbe fatta avanti per trasferirle in un centro specializzato nel recupero di animali esotici vissuti in cattività, in Spagna. Ma Marina Monti non ci sta: «Speriamo che ci vengano ridate indietro. Spetterà alla famiglia Weber decidere dove farle andare, dove portarle, non alle associazioni animaliste». «Ripeto – chiosa infine la titolare del Circo Monti – queste tigri non sono state sequestrate perché erano maltrattate o illegali. Queste tigri devono tornare a casa loro. Poi sarà la famiglia Weber a decidere».
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