Si sposa il consigliere leghista gay: «Per Salvini non siamo una famiglia? Non mi interessa»
Gabriele Bocchino, di professione ballerino, si innamora di un ragazzo, ad aprile scorso chiede di unirsi civilmente ma il sindaco della sua città, Galliate, comune di 15mila abitanti nella provincia di Novara, in Piemonte, gli dice di no, delegando la funzione a un altro ufficiale di stato civile, ovvero una consigliera di Forza Italia. Il primo cittadino, all’epoca dei fatti, era il leghista Davide Ferrari che aveva scelto di non sposare persone dello stesso sesso.
A maggio, però, Gabriele ottiene la sua rivincita: si candida, nel suo piccolo comune, riesce a entrare in consiglio comunale e lo fa proprio con la Lega, quel partito che poco tempo prima gli aveva negato le nozze. Segno che i tempi, forse, sono cambiati. Oppure, semplicemente, è cambiato il sindaco. Da Ferrari a Di Caprio, anche lui leghista.
Parla il sindaco di Galliate
«La legge permette le unioni civili, il consigliere Bocchino è stato scelto perché è una persona per bene e corretta, ho fatto di tutto per averlo in lista con la Lega» ha dichiarato a Repubblica.it il sindaco di Galliate, Claudiano Di Caprio. «So benissimo che è gay e per me non è mai stato un problema come non lo è per nessuno della Lega».
Nessun problema per Di Caprio a sposare persone dello stesso sesso perché – spiega – «i tempi sono cambiati e questa cosa non crea alcun imbarazzo per noi». Non era così, invece, per l’ex sindaco leghista.
«Gabriele è un amico, si è candidato con noi – ha ribadito, invece, il vicesindaco Mirko Lombardo – Sono rimasto stupito per i commenti che ho letto su questa vicenda. 15 mila abitanti ma è come un paese, ci conosciamo tutti, mi interessa che venga tutelata la persona, non solo il politico».
Un messaggio forte e chiaro per Matteo Salvini
Intervistato da Gay.it, il consigliere comunale Bocchino parla di «strumentalizzazione» della vicenda «a sfondo politico»: «Ho ricevuto messaggi cattivi, omofobi, di persone che non conosco. È vero che ho scelto un partito politico che non mi appartiene, per alcune idee. Però per molte altre sì. È anche vero che ho scelto di appartenere a questo partito non tanto per Salvini ma per il sindaco Claudiano. Perché ho votato la persona, non il partito. Se dovesse succedere che un’altra coppia gay si vorrà sposare, dirò a Claudiano che se lui non vuole li sposo io».
E infine, sulla posizione del leader del suo stesso partito: «A me che Salvini dica che noi non siamo una famiglia, non interessa».
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