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Fondi russi, la procura sentirà Savoini e il «secondo uomo» presente al Metropol di Mosca

13 Luglio 2019 - 22:00 Redazione
Prima dovranno essere effettuati alcuni accertamenti per capire se Gianluca Meranda sia davvero l'avvocato presente lo scorso ottobre nella Capitale russa durante la presunta trattativa sulla compravendita di petrolio per portare fondi al Carroccio

Sarà probabilmente ascoltato già lunedì dai pm milanesi Gianluca Savoini, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per corruzione internazionale nell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. Uno dei partecipanti all’incontro all’hotel Metropol di Mosca ha scritto oggi una lettera al quotidiano la Repubblica per spiegare che la trattativa per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega ci sarebbe stata, ma alla fine non si perfezionò.

Dopo gli accertamenti della procura per capire se davvero Gianluca Merenda, avvocato internazionalista, fosse presente a quell’incontro nella Capitale russa sarà anche lui convocato al palazzo di Giustizia di Milano: ancora non è chiaro se come indagato o come persona informata sui fatti.

Secondo quanto dichiarato nella lettera pubblicata oggi, è lui uno dei due italiani che, accanto al presidente leghista dell’associazione Lombardia-Russia Savoini parlava dell’affare che avrebbe dovuto portare fondi alla Lega.

Nella conversazione pubblica dal sito americano Buzzfeed viene chiamato «l’avvocato Luca». Ha dichiarato «di aver partecipato alla riunione del 18 ottobre 2018 a Mosca in qualità di General Counsel di una banca d’affari anglo-tedesca debitamente autorizzata al c.d. commodity trading ed interessata all’acquisto di prodotti petroliferi di origine russa».

I pm milanesi stanno pensando a una rogatoria per capire se la trattativa sia andata in porto o meno, se sia avvenuto il trasferimento in Italia di presunti fondi illeciti e se sospette ‘stecche’ siano finite nelle tasche di funzionari russi.

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