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Di Battista torna alla carica contro Salvini «il bugiardo» che gioca al «piccolo sovranismo»

In un post su Facebook contro il «neo-colonialismo» francese, in poche righe, tre stoccate al ministro dell'Interno

Il pasionario del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista torna ancora una volta all’attacco del ministro dell’Interno Matteo Salvini. E lo fa con un post su Facebook dedicato al tema dell’immigrazione. Se l’obiettivo polemico dello scritto di Di Battista è principalmente la Francia e il suo «neo-colonialismo», fra le righe arriva la sferzata nei confronti del leader leghista che è definito «il bugiardo» che «è impegnato a mentire», mentre la sua difesa sul caso Russia-Savoini sarebbe «ridicola».

https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/posts/2111982912247095

Di Battista denuncia la presenza a pochi km da Tripoli, in una base delle truppe di Haftar, di alcuni missili americani venduti alla Francia. «Quelle armi – scrive l’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle – non dovrebbero stare in Libia, è illegale vendere armi ai libici, eppure i francesi l’hanno fatto». Ma, anche questi caso, a latere, arriva l’affondo su Salvini, che da destra, giocherebbe al «“piccolo sovranismo”. Dicono “prima l’Italia” ma lo dicono sottovoce. Non sia mai che qualcuno a Washington o a Parigi ci creda davvero».

Se in attacco al post aveva, nuovamente, parlato di uno «show Ong» sempre richiamando alle responsabilità la Francia per l’instabilità della Libia lancia il terzo affondo in poche righe contro Salvini: «La Francia ha buttato giù Gheddafi perché con lui al potere non avrebbe mai controllato. In Italia ci occupiamo ore ed ore di ONG, di Carola Rackete, dei tweet salviniani evitando di andare al cuore del problema».

Per il popolare “Dibba” il nocciolo del problema non sarebbe il diritto a emigrare, ma «il diritto a non farlo» che se non sarà riconosciuto porterà al trionfo dell’ «impero mediatico-finanziario-liberista», a danno dell’Africa che «morirà, uccisa anche da chi crede di volerle bene quando in realtà vuole bene solo ad una ipocrita voglia di carità».

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