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Scontri per la casa a famiglia eritrea, condannati 4 militanti di Forza Nuova: fanno il saluto romano dopo la sentenza

15 Luglio 2019 - 21:24 Redazione
I 4 militanti avevano colpito al volto e alla testa le forze dell'ordine nel tentativo di fermare uno sgombero abusivo

Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, e altri 3 esponenti del movimento di estrema destra, sono stati condannati il 15 luglio dal Tribunale di Roma per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Nel settembre del 2017 si erano opposti con la forza allo sgombero di una casa popolare del quartiere Trullo di Roma, occupata abusivamente e che era invece destinata ad una famiglia eritrea.

4 anni di reclusione per Castellino e condanne dai 3 ai 4 mesi di carcere per gli altri militanti. Al momento della sentenza, i quattro esponenti dell’estrema destra hanno rivolto il saluto romano agli altri militanti presenti in aula, tra cui il leader di FN Roberto Fiore.

Durante gli scontri del 2017, avvenuti durante la manifestazione organizzata dal movimento di estrema destra ‘Roma ai Romani’, Castellino e gli altri ferirono al volto e alla testa due vigili urbani e un poliziotto con dei sanpietrini.

Gli altri processi di Castellino

Insieme all’esponente dell’organizzazione neofascista Avanguardia Nazionale Vincenzo Nardulli, Castellino era stato messo ai domiciliari con l’accusa di aver aggredito un cronista e un fotografo del settimanale L’Espresso, Federico Marconi e Paolo Marchetti. L’episodio era avvenuto nei pressi del cimitero del Verano lo scorso 7 gennaio, mentre i cronisti documentavano la celebrazione per l’anniversario dei morti di Acca Larenzia (nel 1978).

Poco dopo, Castellino è stato indagato insieme ad altre 7 persone per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso, al riciclaggio e alla truffa. Secondo le indagini dei carabinieri avrebbero «taroccato» migliaia di buoni:

Nel dicembre 2014 Castellino fu fermato alla guida di uno scooter senza patente con un etto di cocaina in tasca e 30 bombe carta. In quell’occasione le forze dell’ordine lo rilasciarono perché la droga fu riconosciuta per uso personale, e gli esplosivi per festeggiare il capodanno. A dicembre 2016 il militante fu condannato a 4 mesi per resistenza a pubblico ufficiale.

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