Giravolta di Salvini: difende Savoini e riferirà in parlamento. Ma non sarà sentito in procura
Succede tutto in una notte: il ministro dell’Interno Matteo Salvini passa dal non volere riferire in parlamento sulla presunta trattativa per fare arrivare fondi russi alla Lega (ribadita anche in conferenza stampa al Viminale) a questa mattina. «Riferirò in parlamento, fa parte del mio lavoro» ha spiegato il segretario leghista in visita a Genova.
«Non ho parlato con il premier, oggi vado a Roma e lo sentirò» dice Salvini dopo la dura presa di posizione del presidente del Consiglio, che aveva criticato la convocazione delle 43 parti sociali per anticipare la manovra economica e aveva attaccato direttamente il vice-premier. Con un secco «perché no» aveva risposto alla possibilità per Salvini di presentarsi in aula per spiegare la sua posizione sul Russiagate padano, come chiesto dalle opposizioni e dal Movimento 5 Stelle.
Le indagini della procura di Milano
Il procuratore capo di Milano Francesco Greco, alla domanda dei cronisti sulla necessità di sentire Matteo Salvini sui presunti fondi russi alla Lega, ha risposto: «Assolutamente no». Nell’inchiesta per corruzione internazionale c’è, al momento, un unico indagato: Gianluca Savoini, che davanti ai pm si è avvalso della facoltà di non rispondere.
«Savoini? Lo conosco da 25 anni»
Dopo giorni di prese di distanza, il segretario della Lega Salvini ha accennato ai rapporti tra lui e Gianluca Savoini. «Lo conosco da 25 anni, dai tempi dell’università Statale di Milano (dove Salvini ha studiato, ndr), l’ho sempre ritenuto persona corretta e fino a prova contraria continuerò a ritenerlo persona corretta», ha detto durante la conferenza stampa in prefettura a Genova.
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