Mitragliatrici, fucili e un missile. Chi è l’ex candidato di Forza Nuova che custodiva un arsenale da guerra
Fabio Del Bergiolo, 60 anni, originario di Gallarate è stato il primo a finire nella rete della Digos di Torino che ieri ha portato al ritrovamento di un arsenale da guerra nel corso di una lunga inchiesta sugli ambienti dell’estremismo di destra. Mitragliette, lanciarazzi, fucili, pistole. Persino un missile aria-aria, ritrovato in un hangar in provincia di Pavia. Tre sono gli arresti nati dall’operazione di monitoraggio di cinque italiani che in passato hanno combattuto nella guerra del Donbass, in Ucraina, in postazioni filorusse.
Chi è Fabio Del Bergiolo
Ex guardia doganale all’aeroporto di Malpensa, candidato al Senato per Forza Nuova, co-fondatore del Mac (Movimento di azione confederata) che promuoveva la libera vendita delle armi, Fabio Del Bergiolo abitava al quarto piano di un condominio a Gallarate, provincia di Varese, assieme alla madre. «Io non lo so cosa ci dovesse fare con quel missile. Mio figlio non mi diceva niente», ha detto la signora al quotidiano La Stampa, che a Del Bergiolo dedica oggi un ritratto.
L’arsenale e i simboli nazisti
Dentro a un armadio e sotto al materasso gli agenti della Digos hanno sequestrato un arsenale da guerra: 9 fucili da guerra, 3 da caccia, 7 pistole, una mitragliatrice Scorpion, 306 pezzi di armi da sparo, 20 baionette, 831 munizioni di vario calibro. In un hangar a Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, gli agenti hanno trovato un missile aria aria che Del Bergiolo avrebbe provato a vendere. Nella sua camera, testi sul nazismo e vecchie insegne delle SS. Figlio di una guardia carceraria e di una casalinga, nel 2001 si era candidato con Forza Nuova al Senato, ricevendo solo 611 voti che non erano bastati per l’elezione. Agli immigrati, raccontano i vicini alla Stampa, urlava «scimmie, invasori dell’Europa e altre frasi irripetibili».
Due anni dopo, la sospensione dal lavoro. Del Bergiolo sarebbe stato coinvolto in una truffa sul rimborso dell’Iva. L’uomo avrebbe incassato, con la complicità di un dirigente, i rimborsi su 55 fatture di acquisti fatti da cittadini stranieri in transito dall’aeroporto di Milano Malpensa. Qualche anno dopo il suo nome è finito nell’inchiesta della Digos su mercenari locali. La sua voce sarebbe stata intercettata mentre cercava di vendere un missile del valore di 600 mila euro, ma l’avvocato lo difende: «Il mio assistito è soltanto un appassionato collezionista d’armi».
Gli altri arrestati
Gli altri arrestati sono Alessandro Michele Aloise Monti, un cittadino svizzero di 42 anni, Fabio Amalio Bernardi, 51 anni, italiano, fermati nei pressi dell’aeroporto di Forlì, tutti e due accusati di detenzione e messa in commercio di un missile aria-aria in utilizzo alle forze armate del Qatar negli anni ’80, del peso di 250 chili.
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