I bambini giocano in strada? Il sindaco la chiude alle auto: «Basta stare davanti ai tablet»
A Vilminore di Scalve, un comune di 1.500 abitanti in provincia di Bergamo, il sindaco Pietro Orrù ha deciso di chiudere al traffico una via del suo paese così da consentire ai bambini di tornare in strada a giocare, serenamente, senza temere il transito delle auto.
Un comune a misura di bambino
Tutto nasce – come spiega il sindaco a Open – dall’idea di un padre che, qualche mese fa, ha raccolto le firme, si è recato dal primo cittadino ed è riuscito a convincere tutti, anche il consiglio comunale. Così dalle 20 alle 22, per tutto luglio e agosto, via Pieve Antica rimarrà chiusa alle auto.
I cartelli e i parcheggi “rosa”
In realtà non è la prima volta che questo piccolo comune in provincia di Bergamo si schiera dalla parte delle famiglie: poco tempo fa sono stati posizionati a ogni via d’accesso al comune dei cartelli con su scritto «in questo paese i bambini giocano ancora per strada».
Il sindaco ha anche fatto predisporre i cosiddetti “parcheggi rosa” davanti alla farmacia e al distretto sanitario così da agevolare le donne in gravidanza e tutti i genitori con figli al di sotto dei 2 anni.
La via chiusa al traffico è «rinata»
«Io sono sindaco e padre. Sono un uomo che è cresciuto in questo territorio, che come tutti i bimbi ha giocato per strada. Ora, nonostante l’evoluzione degli ultimi anni, si inizia ad avvertire la necessità di tornare in strada, di stare insieme, di giocare a pallone, a nascondino, a guardia e ladri, come si faceva 20 anni fa. Non vorrei che i miei figli stessero tutto il giorno davanti a un tablet o alla tv» ha spiegato il sindaco Pietro Orrù a Open.
Nessun vigile urbano alle transenne
Dopo l’ordinanza e qualche piccola polemica (come spiegato da L’Eco di Bergamo), via Pieve Antica è rinata: «La sera è piena di ragazzi, è diventata un centro di aggregazione. La mia è stata una scelta sociale» ha detto il primo cittadino che ha deciso di non impiegare vigili urbani per far rispettare l’ordinanza. «Bastano i genitori dei ragazzi, saranno loro a garantire il rispetto delle regole nell’interesse di tutti».
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