Il saluto del Commissario Montalbano a papà Camilleri: «Ciao amico, lasci un vuoto incolmabile»
Lo chiama «Maestro», anche se lui, in vita, non si è mai voluto far chiamare così. Ma soprattutto lo chiama «amico». E si firma «tuo Luca». È il saluto di Luca Zingaretti – volto, voce, corpo e anima, in televisione, di Salvo Montalbano, il burbero, sarcastico, imperfetto e tenero commissario dall’incrollabile senso di giustizia nato dalla penna di Andrea Camilleri, morto oggi a Roma dopo una lunga degenza all’ospedale Santo Spirito.
«Alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato», esordisce Zingaretti su Instagram. Le speranze, sullo stato di salute dello scrittore, si erano affievolite giorno dopo giorno dal momento del suo ricovero, nonostante un’iniziale resistenza, data – a detta dello staff medico dell’ospedale – dalla sua «tempra». Ma Camilleri non si è mai risvegliato. «Ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare», prosegue l’attore, dando voce a tanti commenti analoghi che hanno accompagnato le speranze dei fan di Camilleri. Che non facesse scherzi, che si risvegliasse, e che regalasse ancora una volta una delle sue perle, nel suo accento e stile inconfondibile
Il post del commissario Montalbano su Instagram
Non è andata così. «Invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verità che ha raccontato tutti noi e il nostro paese», dice Zingaretti.
Camilleri, più di 100 libri scritti, oltre 31 milioni di copie vendute in tutto il mondo, mancherà. «È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana. Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l’immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei», dice ancora Luca Zingaretti, che con Salvo Montalbano si è fuso e confuso in tutti questi anni di puntate televisive dallo share puntualmente stellare. «Mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita».
Nel lungo post, il racconto degli anni vissuti accanto all’intellettuale. «Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perché il tuo commissario è così che la pensa». Un commissario sempre, puntata dopo puntata, romanzo dopo romanzo, dalla parte degli ultimi.
«Montalbano sono!»
«A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi», prosegue Zingaretti. «Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono».
Adesso «te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve!», si conclude il post. Firmato: «Tuo Luca».
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