La radicale Rita Bernardini denunciata a piede libero dopo sequestro cannabis: «Dovevano arrestarmi»
Rita Bernardini «è stata portata in caserma dai carabinieri, dopo che i militari hanno controllato la sua abitazione e ne sono usciti con delle buste di cannabis che lei coltiva a scopo terapeutico, come ha più volte affermato senza farne mistero».
A dirlo è l’avvocato della esponente radicale, Giuseppe Rossodivita, che si sta recando nella caserma. Lo conferma anche il Partito Radicale su Facebook.
La radicale, alle ore 9 circa di oggi 17 luglio, aveva postato su Facebook uno stato: «Forse è la volta buona. Telefonata dei carabinieri: lei è in casa? No, veramente sono sul treno per andare a Parma (laboratorio Spes contra Spem nel carcere), sto fuori 2 giorni. Deve venire qui! Ho fatto appena in tempo a scendere dal treno e ora sono su un taxi verso casa. #cannabis regolamentata! Accesso alle cure!!!». Allegate al post le foto delle piante di cannabis che coltiva nel suo terrazzo a scopo terapeutico.
Bernardini uscendo dalla caserma dei carabinieri ha dichiarato: «Sono stata denunciata a piede libero per la coltivazione di sostanze stupefacenti, 32 piante tra un metro e un metro e venti. A verbale del sequestro ho fatto allegare una dichiarazione: esprimo tutto il mio disappunto per la decisione della Procura di Roma di non procedere al mio arresto – ha continuato la radicale – come accade a tutti i cittadini che vengono sorpresi a coltivare marijuana. Cosi si usano due pesi e due misure e la legge finisce per non essere ugual per tutti».
In copertina Rita Bernardini mostra la marijuana alla manifestazione dei Radicali a Montecitorio 9 novembre 2012 a Roma. Ansa/Massimo Percossi
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