Chi è Magid Magid, l’eurodeputato Uk ribelle con la t-shirt: «Fuck fascism» – L’intervista
Quando si è presentato al parlamento europeo per la seduta inaugurale, con una maglietta con su scritto ‘Vaffa al Fascismo’, è stato allontanato dalle guardie che lo avevano scambiato per un turista. Ma Magid Magid, 30 anni, arrivato in Gran Bretagna dalla Somalia quando ne aveva cinque, non è assolutamente un turista anche se, come gli altri eurodeputati britannici, dovrà lasciare il suo incarico a fine ottobre, sempre che la Brexit avvenga davvero.
Cosa ne sarà dopo ottobre, non è dato a saperlo, ma l’incertezza non sembra turbarlo. Basta un accenno alla sua “carriera politica” per farlo scoppiare a ridere: vietato parlare di carriera, sostiene Magid, visto che fa questo mestiere da soli pochi anni: prima consigliere comunale per la città di Sheffield, poi Lord Mayor della stessa città, infine eurodeputato.
Dal suo ufficio a Strasburgo, in compagnia di due assistenti in abito (senza cravatta, con camice hawaiane), dice di essere determinato a portare avanti il suo lavoro come se dovesse rimanere a Strasburgo per cinque anni. Tanto che ad agosto non andrà in vacanza. Stacanovista? Forse semplicemente ottimista.
Vedo che oggi indossa una maglietta. Questa volta non gliel’hanno fatta togliere quindi?
«Non era tanto la maglietta in sé che ha creato un problema. Si è vero che c’era scritto ‘Vaffa al Fascismo’, ma non ci sono cose belle che si possono dire del fascismo. Altre persone indossavano delle magliette quel giorno e io continuo tranquillamente a farlo. Anche perché fa molto caldo»
È stato vittima di altri episodi di molestie a sfondo razziale da allora?
«Direi nulla di eclatante. Ogni tanto ho notato che la gente mi guardava in modo strano, ma non ho ricevuto insulti o cose del genere»
A parte questi incidenti come è stata la sua esperienza fino ad oggi?
«È stimolante, anche se a volte mi sono sentito sopraffatto, soprattutto dalla quantità di informazioni che riceviamo. Ci sono tante persone avvincenti. Devo dire che il mio ruolo è reso più difficile dall’incertezza attorno alla Brexit. Ma rimango ottimista»
Vi state preparando a lasciare a ottobre?
«Il mio badge dice 2024. Sto affrontando il mio lavoro con l’idea che sarò quì per 5 anni anche se è vero che potremmo uscire il 31 ottobre. Ma voglio cercare di fare il più possibile nei prossimi cinque mesi. Gli altri parlano di andare in vacanza ad agosto, io sono certo che non ci andrò»
Cosa pensa del gesto degli eurodeputati del gruppo di Farage di dare le spalle all’aula quando è stato suonato l’inno?
«Lo trovo stupido. Sono a favore dell’azione diretta e non violenta quindi se vogliono comportarsi così è loro facoltà farlo. Ma, mi chiedo, gli altri deputati girerebbero le spalle se suonassero in aula l’inno britannico? Credo di no. Mi sembra un atteggiamento infantile, ma sono capaci di fare di molto peggio».
Preferirebbe vedere Jeremy Hunt o Boris Johnson alla guida del Governo?
«È un po’ come chiedermi se preferirei uno sparo o una coltellata. Nessuno dei due, sono entrambi terribili»
È contento che Jeremy Corbyn abbia finalmente appoggiato un secondo referendum?
«Troppo poco, troppo tardi. Ci serviva un’opposizione più dura molto tempo prima. Ovviamente sono a favore, ma non risolve alcun problema»
Lei è cresciuto in una famiglia che votava per il labour. Perché ha preferito i Verdi?
«È stata una decisione di principio. Il fatto per esempio che abbiamo soltanto un pianeta e dobbiamo imparare a vivere in mde sostenibile, o che all’epoca il partito dei Verdi era l’unico ad essere anti-austerità. Mi ha dato un grande senso di fiducia »
È convinto dall’apertura di Von der Leyen sul clima?
«Abbiamo bisogno di un presidente che davvero abbia il coraggio di cambiare le cose. Non è convincente».
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