Crisi di nervi nel governo: Salvini attacca i ministri M5S ma assicura: «Andrò a riferire in Parlamento»
Lo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle rischia di diventare incontrollabile. I due vice-premier non si parlano da giorni. Matteo Salvini ha pensato addirittura di andare al Quirinale per fare il punto della situazione con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Non ci andrò domani» dice il leader leghista. C’è andato invece il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti.
In agenda ci sono molti appuntamenti: il consiglio dei Ministri alle ore 12.00, seguito dal vertice sull’autonomia differenziata. Impegni a cui il leader leghista ha già detto che non parteciperà. Salvini ha però mandato un avvertimento a Luigi Di Maio: «Alcuni dei suoi ministri non sono all’altezza. Io porto pazienza ma quando mi convocano in parlamento come un ladro (sui fondi russi, ndr), mi girano le p…e».
E poi, in diretta televisiva, è arrivato un segnale distensivo: «Andrò in parlamento a riferire la prossima settimana (sulla presunta trattativa sui fondi russi alla Lega)». Il weekend politico si preannuncia dunque caldissimo: i 5 Stelle non vogliono assumersi la paternità della crisi, come ha spiegato il sottosegretario M5S Stefano Buffagni.
Per tutto il giorno i vertici del Movimento 5 Stelle si sono riuniti. In un lungo post su Facebook Luigi Di Maio ha riassunto la situazione: «Se la Lega vuole tornare al voto, lo può dire chiaramente – scrive il vicepremier- ma se ne assume la responsabilità. Se cade questo governo, il rischio è che torni l’asse Pd-Forza Italia, e che la prossima manovra economica di dicembre la faccia qualche tecnico che aumenterà l’Iva agli italiani».
La trattative per il Commissario Ue
Tramontata ormai la trattativa per fare nominare il leghista Giancarlo Giorgetti a Commissario Ue, lo stesso è andato al Quirinale per comunicare la rinuncia all’incarico. Il sottosegretario leghista ha commentato la fine della sua candidatura europea con una frase in dialetto lombardo: «L’e stai me mét un trapun sott téra», ovvero, «È stato come seppellire una talpa sottoterra». Il numero due della Lega non aveva mai nascosto di avere perplessità sulla sua candidatura a commissario europeo.
Salvini a Barzago, la folla inneggia alle elezioni
Dalla festa della Lega a Barzago (Lecco), Matteo Salvini è tornato a parlare della crisi di Governo. Prima ha attaccato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, a cui ha rimproverato di dire troppi «no», un riferimento alla Tav, per poi ribadire il suo disappunto per gli attacchi ricevuti dal Movimento nei giorni scorsi.
Mentre alcuni sostenitori della Lega gridavano «elezioni, elezioni», Salvini ha smorzato leggermente i toni: «Se ho la certezza che si può lavorare per fare le cose, vado avanti. Se ho la certezza che qualcuno non ha l’intenzione di fare niente, si va a casa e parlano gli italiani».
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