Formigoni punta ai domiciliari: ha chiesto di fare volontariato in un convento di suore
L’ex governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, condannato per corruzione a 5 anni e 10 mesi per il caso Maugeri-San Raffaele, ora ha un solo obiettivo: ottenere la detenzione domiciliare in un’abitazione di Milano e, laddove possibile, fare volontariato in un convento di suore per il resto della pena che scadrà a metà 2023, così come riportato oggi dal Corriere. Nei prossimi giorni è attesa la decisione del Tribunale.
Domiciliari perché ha più di 70 anni
72 anni, dal 22 febbraio si trova rinchiuso al cercare di Bollate: proprio in virtù della sua età, l’ex Presidente della Regione Lombardia ha chiesto la detenzione domiciliare che finora gli è stata impedita dalla “Spazzacorrotti”, una legge che ha imposto una stretta sulle misure alternative al carcere per i condannati per corruzione. Secondo i suoi legali, però, la “Spazzacorrotti” non può essere applicata ai casi avvenuti prima della sua approvazione, come nel caso di Formigoni.
Ok ai domiciliari dal sostituto procuratore generale
Il sostituto procuratore generale Nicola Balice ha dato parere favorevole ai domiciliari; il procuratore aggiunto Laura Pedio (ovvero l’accusa in primo grado e in appello, ndr), invece, ha sostenuto che Formigoni possa essere ancora utile alle indagini e gli ha anche contestato il fatto di aver sempre rifiutato l’interrogatorio. «Oggi comprendo che avrei fatto meglio a farmi interrogare» ha ammesso lui in aula sostenendo di aver rilasciato solo dichiarazioni spontanee (e mai un interrogatorio) per evitare che l’accusa e le difese potessero frammentare il suo ragionamento.
Si dice «povero» e vuole fare volontariato
Formigoni sostiene che, anche volendo, non potrebbe più contribuire a far rientrare altri soldi, ritenuti frutto dei reati, perché, sostiene, «sono povero», come scrive il Corriere. Tutti i suoi beni sono stati sequestrati o confiscati, compreso il vitalizio della Regione Lombardia.
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