Giugno 2014. Google I/O, la conferenza di Google dedicata agli sviluppatori. Dal palco viene lanciato un nuova versione di Android. Non è un l’ultimo aggiornamento, non è un progetto parallelo, è un modo diverso di intendere questo sistema operativo. Si chiama Android One, viene distribuito direttamente da Google e punta ai mercati in cui gli smartphone sono appena arrivati. La differenza tra questa versione di Android e quelle in circolazione fino a quel momento è che le aziende che producono smartphone non intervengono sul codice. Montano il sistema operativo “puro”, come si dice in gergo, o “stock”, come si dice tecnicamente.
In più Android One garantisce gli aggiornamenti del sistema operativo per due anni e delle patch di sicurezza per tre. Scaduti questi termini lo smartphone, ovviamente, continuerà a funzionare ma senza avere le nuove versioni del sistema operativo. In ogni caso una soluzione del genere concede allo smartphone di avere una speranza di vita garantita. Un problema non indifferente, visto che nel dicembre 2017 Apple aveva dovuto scrivere una lettera ai suoi clienti per scusarsi dei rallentamenti dei loro dispositivi.
Prima i mercati emergenti, poi i top di gamma
Android One era stato pensato per i mercati emergenti. Quei Paesi come India, Pakistan, Bangladesh o Indonesia in cui gli smartphone più venduti avevano prestazioni più basse del mercato occidentale e i clienti avevano bisogno di avere comunque un dispositivo di cui potersi fidare per qualche anno. Altre aziende però hanno cominciato a notare i vantaggi di questo sistema. E così Android One è sbarcato anche nel mercato occidentale. Nel maggio 2017 è arrivato in Italia con il General Mobile 6. Attualmente in Europa si possono trovare poco meno di 30 dispositivi che montano Android One come sistema operativo.
Alcuni marchi, per esempio Lg e Motorola, hanno scelto di utilizzarlo su uno dei prodotti della loro gamma, creando modelli ad hoc come il Motorola One e Lg G7 One. L’unico brand che monta questo sistema operativo su tutti i dispositivi della sua gamma è Nokia. Questa scelta che permette a tutti i suoi clienti di avere la garanzia per tutti gli aggiornamenti, anche quelli che hanno acquistato un prodotto più economico. Ma non solo.
Intanto Android ha pensato a un’altra soluzione per i mercati emergenti, ancora più efficace. Nel 2017 ha lanciato Android Go, una versione alternativa di Android leggerissima. Privo di qualsiasi orpello, come le animazioni grafiche, questo sistema operativo è pensato per funzionare con smartphone che hanno anche 1 Gb di Ram e 8 Gb di memoria interna.
Un altro punto che avvantaggia Android One rispetto a un Android elaborato da terze parti è quello della rapidità. Gli aggiornamenti vengono distribuiti e fatti subito. Di solito si parte dai Google Pixel, gli smartphone prodotti direttamente da MountainView e poi a cascata su tutti gli altri dispositivi che montano Android One.
Android, una storia di lettere e dolcetti iniziata dieci anni fa
Android 1.0. La prima versione del sistema operativo di Google è stata lanciata il 23 settembre 2008. Poco meno di tre anni dopo che MountainView ha acquistato Android Inc., una società nata nel 2003 per creare «dispositivi cellulari più consapevoli delle preferenze del loro proprietario».
Da quel momento sono state rilasciate altre 15 versioni di Android. L’anno successivo si decide di abbandonare la classificazione numerica e scegliere il nome di una serie di dolci: Petit Four, un nome con cui si definiscono alcuni dolci della piccola pasticceria francese. Dalla terza versione questo nome in codice diventa ancora più strutturato.
Android 3 infatti viene chiamato chiamato Cupcake e da qui tutte le versioni successive non solo avranno il nome di un dolce, ma inizieranno con una lettera che rispetterà l’ordine dell’alfabeto. Dopo Nougat, Oreo e Pie, per i prossimi mesi è atteso il lancio di Android Q. Le ipotesi per il dolce associato vanno da Queen of Puddings, tipica ricetta britannica, a Queijadinha, dolce portoghese a base di cocco, formaggio, burro e zucchero.
Alcune novità di Android sono già state confermate dalla Beta, le versioni di prova distribuite agli sviluppatori o chi si occupa di fare dei test. Qualche indiscrezione è già uscita. Ci sarà il dark mode, l’opzione sempre più diffusa che permette di vedere tutto con un tema scuro, ci sarà l’accesso alla posizione in foreground, ossia solo quando la app viene utilizzata e, ma questo è per pochi, ci saranno anche le ottimizzazioni per i dispositivi con schermo pieghevole. Anche se non è ancora chiaro quando il Samsung Fold e il Hauwei Mate X usciranno sul mercato.