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Scontro Lega – Pd, Salvini: «Ancora parlate?». Boschi: «Abbiamo portato risultati, non rubli»

19 Luglio 2019 - 19:46 Redazione
Volano stracci social tra l’ex ministra del governo Renzi e il ministro dell’Interno dopo l’annuncio della deputata dem di voler presentare una mozione di sfiducia contro il vicepremier leghista

«Sì, caro Salvini, ho ancora il coraggio di parlare». A dirlo è Maria Elena Boschi, in risposta al vicepremier leghista Matteo Salvini che aveva pubblicato sui propri canali social la prima pagina di Libero sulla mozione di sfiducia presentata proprio dalla deputata dem sul caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega e chiedendo: «Ma questi hanno ancora il coraggio di parlare???»

«Con noi l’Italia cresceva – scrive Maria Elena Boschi – c’erano più diritti e meno odio: noi abbiamo portato risultati, non rubli. Soprattutto ho ancora la libertà di parlare: come ministro dell’interno viene pagato per garantirmela, non per attaccarmi. Bacioni». 

In risposta il leader della Lega ha subito rilanciato e ribattuto alla Boschi: «Con noi l’Italia cresceva, c’erano più diritti e meno odio: noi abbiamo portato risultati, non rubli’. L’ha detto Maria Elena Boschi, attaccandomi. Già, l’Italia cresceva, col fallimento delle banche, la legge Fornero e migliaia di sbarchi al giorno… Ma per favoreeeee!». 

https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10156779657453155

Lo scontro Boschi – Salvini era scaturito dall’annuncio – sempre via social – della deputata Pd di volontà di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier: «Salvini fugge dal Parlamento. Il M5S tiene come sempre i piedi in due staffe. C’è solo un modo per essere seri: presentare oggi stesso una mozione di sfiducia a Salvini alla Camera. Così scopriremo finalmente che cosa dirà Salvini e come voteranno i grillini». 

Un annuncio, che però, ha creato una nuova frattura all’interno del Partito Democratico. Da un lato chi, come Maria Elena Boschi e Matteo Renzi, vorrebbe procedere subito con la mozione di sfiducia ne i confronti del vicepremier leghista e dall’altro chi, come il segretario Pd Nicola Zingaretti e l’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, si è schierato a favore di una linea più cauta, in attesa che Salvini riferisca in Parlamento

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