Autonomia differenziata, dalla Lombardia l’attacco di Fontana al governo: «Cialtroni»
«Il Paese è nelle mani di cialtroni». Dopo una settimana difficile per l’equilibrio tra gli alleati di governo, sembrava che almeno per un giorno si potessero mettere da parte gli attacchi tra Lega e Cinque Stelle. E così è stato, almeno per i due leader. In serata infatti sono state le parole di Attilio Fontana a cambiare nuovamente il clima fra i due alleati.
Il governatore di Regione Lombardia ha dichiarato in un’intervista all’agenzia stampa AdKronos: «Il Paese è nelle mani di cialtroni che per un pugno di voti soffocano un volano di crescita come l’autonomia e contrabbandano il tutto come una battaglia Nord contro Sud». Il tema è chiaro, e già Luca Zaia era intervenuto. Lombardia e Veneto vogliono che l’autonomia differenziata diventi realtà, e presto.
I due governatori spingono per far rispettare il risultato dei referendum del 22 ottobre 2017. In questa data i cittadini sono stati chiamati alle urne per chiedere se volevano ampliare l’autonomia della loro regione. La risposta dei cittadini è stata chiara. Affluenza del 38% con il 96% di Sì in Lombardia, affluenza del 57,2% e 98.1% dei Sì per il Veneto.
Le dichiarazioni di Fontana: «Il primo a beneficiarne sarebbe il Mezzogiorno»
«Qualcuno – spiega il governatore ad Adnkronos – vuole apparire paladino del Sud e salvare un po’ di voti, ma così facendo fa un danno al paese e al Sud stesso». La proposta delle autonomie differenziate è stata contestata dal ministro per il Sud in quota Cinque Stelle Barbara Lezzi. La sua opinione su questa materia è che: «Secondo il dettato costituzionale e proposte di autonomia differenziata di Lombardia e Veneto sono impraticabili».
I campi toccati dalle autonomie differenziate vanno dalla sanità al lavoro, passando per fisco, ambiente e scuola. Oltre a Veneto e Lombardia in questo progetto sarebbe coinvolta anche l’Emilia Romagna. Secondo Attilio Fontana questa misura aumenterebbe la crescita e quindi il residuo fiscale, creando un fondo di cui potrebbe beneficiare il Sud: «Se con l’autonomia finanziaria il residuo fiscale grazie alla crescita fosse maggiore e quindi ci fossero più risorse, il Sud non ne dovrebbe avere un danno».
Ma Fontana va oltre la difesa delle autonomie e accusa gli alleati di preoccuparsi solo degli interessi elettorali: «A questi signori interessa solo gestire il potere, non gliene frega niente che il Sud stia meglio, ma in questo modo, con l’assistenzialismo, lo tengono schiavo togliendo a queste straordinarie terre un sacco di opportunità. Hanno bisogno di tenerli in questa situazione di sudditanza perché se il Sud riuscisse a emergere, emergerebbe anche che loro sono degli incapaci e questa è una certezza».
L’ultimatum di Luca Zaia: «Basito davanti all’ennesimo rinvio»
Venerdì 19 luglio si era tenuto a Palazzo Chigi un vertice proprio su questo tema. Se il premier Giuseppe Conte rassicurava che erano stati fatti «significativi passi avanti». Luca Zaia non era sembrato per niente soddisfatto: «Mi ritengo assolutamente insoddisfatto dell’esito del vertice di oggi sull’Autonomia. Abbiamo perso un anno in chiacchiere. Aspettiamo di vedere il testo definitivo, ma se le premesse sono queste, da parte mia non ci sarà alcuna disponibilità a sottoscrivere l’intesa».
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