Di Maio: «Nessuna crisi. Ma se cade il governo, si va al voto»
La crisi di governo e le sue possibili conseguenze, i presunti legami tra Lega e Russia, il rapporto con il Pd e le trasformazioni a cui va incontro il Movimento 5 Stelle. Questi i temi al centro di un’intervista del vicepremier e capo politico del M5s, Luigi Di Maio, sul quotidiano La Stampa con un richiamo in prima pagina.
Alla domanda su una possibile caduta del governo, il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro risponde escludendo che ci possa essere una crisi. Poi, però, aggiunge: «Se la Lega vuole andare al voto, si assume le sue responsabilità. Se cade questo governo, per noi si torna al voto. Questo è l’unico governo possibile, altrimenti rischiamo il ritorno dell’asse Pd-Forza
Italia che ha distrutto l’Italia».
Il caso Lega-Russia
Sul caso Lega-Russia, Di Maio ribadisce di non aver alcun sospetto su Matteo Salvini, altrimenti «non sarei al governo con lui». Poi smentisce ogni tipo di rapporti e alleanze tra M5s e Pd, «non abbiamo mai avuto rapporti con un partito pro-austerity che ha contribuito allo sfacelo del Paese». E sul fatto di averlo definito come ‘il partito di Bibbiano‘ aggiunge, riferendosi al caso giudiziario che coinvolge diversi minori: «Di quello scempio hanno parlato a lungo i giornali, individuando le responsabilità di aguzzini e complici. Tra le forze politiche, non siamo certo noi ad avere remore e imbarazzi».
I facilitatori
Sulla figura dei ‘facilitatori regionali’ che arriveranno a breve nel M5s, Di Maio spiega: «Ci permetteranno di rispondere in maniera sempre più efficace alle esigenze dei territori. Con i facilitatori sarà più semplice per il Movimento dialogare con amministratori, enti, associazioni per portare a casa obiettivi a favore dei cittadini».
In copertina Luigi Di Maio. ANSA/Fabio Frustaci
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