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Errori nel manifesto funebre per Camilleri. Il tipografo: «Mi sembravano insignificanti»

20 Luglio 2019 - 10:04 Redazione
La città natale dello scrittore lo ricorda con un manifesto funebre che ha già scatenato polemiche

Un cocktail di punteggiatura alla rinfusa, accenti mancanti e ortografia fantasiosa. La città natale dello scrittore Andrea Camilleri, morto il 17 agosto, lo ricorda con un manifesto funebre che ha già scatenato polemiche.

«È partito, si e separato da suoi cari, dalla sua «Marina», ma lascia una grande Eredità: le sue grandi riflessioni sulla vita, ma anche sulla morte, i suoi romanzi, colmi di sicinialità, la sua instancabile voce; Eredità che i marinisi tramanderanno ai propri figli, perché ne facciano tesoro e crescano fieri di vivere nella terra che fù di Nenè Camilleri. Firmato: «il Sindaco e l’Amministrazione Comunale»

Manifesto edito dal comune di Porto Empedocle

Molti, su Twitter e Facebook, non hanno mancato di commentare con ironia la fotografia del manifesto circolata in rete.

«Sono indignata, è un’operazione per buttare fango su Porto Empedocle e in un momento tanto delicato di dolore per la mia città, per la nazione e l’umanità tutta», ha commentato il sindaco Ida Carmina in un’intervista con Blog Sicilia. «C’è una campagna denigratoria in atto ma non potrà scalfire l’immagine di Porto Empedocle e di quello che questa città è stata per Camilleri. Sono stati errori tipografici e mi dicono che il tipografo, fortemente turbato, non è riuscito a controllare la bozza del manifesto. Stigmatizzo questa macchina del fango ad opera di leoni di tastiera e avrò modo di valutare un’azione giudiziaria. È un’operazione veramente meschina».

Foto: Ansa Andrea Camilleri durante la presentazione del suo ultimo libro di racconti “Esercizi di memoria” presso Palazzo Barberini, Roma, 18 ottobre 2017.

In realtà, in un’intervista al Corriere della Sera, il titolare della tipografia Bulone che ha stampato il manifesto non si è detto assolutamente turbato, anzi, ha dichiarato di non assumersi nessuna responsabilità.

«Abbiamo semplicemente ribattuto la bozza inviataci dal funzionario comunale. Non solo. Prima di farli affiggere abbiamo inviato la nuova bozza tramite Whatsapp all’impiegata comunale che ci ha dato nuovamente l’ok, abbiamo i messaggi conservati sul telefono. Noi non abbiamo colpe» ha affermato Maurizio Bulone, che gestisce la tipografia insieme al fratello Salvatore. Il tipografo quarantaduenne ha anche sottolineato di aver notato qualche errore, ma che gli sembrava «insignificante. Tanto clamore è ingiustificato».

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