Il grande allarme, già finito, per il fantomatico terrorista siriano a Roma
Non è durato nemmeno 24 ore l’allarme antiterorrismo scattato ieri a Roma. Alle ore 19 del 19 luglio la Questura aveva diramato un comunicato sul presunto rischio di un attentato terroristico nella capitale, invitando tutti i reparti alla massima attenzione.
La segnalazione era arrivata da intelligence straniera, che aveva avvisato le autorità italiane.
Gli 007 avevano quindi diffuso le generalità del presunto sospettato, un siriano di 28 anni, riconducibili ai diversi alias utilizzati: «Yakdhan Alnazal Alazi, oppure Alanizi, o Abdalla Nasser Abouelmagd Mohamed».
«Da accertamenti fatti nell’immediatezza è emerso che lo stesso si è registrato nel social network Facebook con il nome di Yakdhan Alazi». Ma in un ulteriore accertamento degli agenti è emerso oggi come il siriano non si troverebbe in italia.
Gli accertamenti svolti dall’Antiterrorismo della Polizia, secondo quanto si apprende da fonti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, avrebbero infatti consentito di escludere che il siriano sia sul territorio italiano.
«Domani a Roma andrò in paradiso»: è questo il messaggio che aveva fatto scattare ieri l’allarme antiterrorismo dopo che la frase era stata intercettata in una conversazione telefonica.
Nella notte era stato ordinato dalla questura a tutte le vetture di prestare la massima attenzione, segnalando le tre, possibili, identità del giovane.
Gli agenti coinvolti avevano a disposizione una foto diramata con la «segnalazione di rintraccio di soggetto pericoloso». Nell’immagine, un ragazzo con la barba, mentre si trova a Berlino, a Pariser Platz.
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