Hong Kong: migliaia di persone in piazza, ma cresce anche il fronte della contromanifestazione
Continua la mobilitazione a Hong Kong contro l’influenza cinese, con decine di migliaia di persone che marciano contro il governo per la settima domenica di fila. Ma questa volta, a scendere in piazza, alla vigilia della manifestazione di domenica 21 luglio, anche coloro che si schierano con la polizia e contro i manifestanti.
La protesta antigovernativa iniziata il 12 giugno è stata caratterizzata da un’enorme coinvolgimento popolare (più di un milione di persone in piazza su una popolazione di 7 milioni) ma anche da episodi di violenza. La polizia ha spesso caricato la folla, usando manganelli e spray urticante, e i manifestanti hanno forzato barricate cercando anche di sfondare la porta del Parlamento locale. Il 21 luglio, intorno agli edifici del governo sono state innalzate barriere alte due metri e il percorso della manifestazione è stato ridotto con delle transenne.
Sequestro di esplosivi
La polizia di Hong Kong ha annunciato, sabato 20 luglio, di avere scoperto un laboratorio clandestino di fabbricazione di perossido di acetone, potente esplosivo primario. Le autorità hanno annunciato di aver arrestato un uomo di 27 anni coinvolto nella fabbricazione durante un raid in un immobile industriale in centro città.
Durante il sequestro, la polizia ha dichiarato di aver trovato una maglietta con il logo del Fronte Nazionale di Hong Kong, piccolo gruppo indipendentista, e dei volantini riguardanti le manifestazioni antigovernative che scuotono l’ex colonia britannica da settimane. Il Fronte Nazionale di Hong Kong ha dichiarato su Facebook che l’uomo era effettivamente un membro del movimento, ma ha aggiunto di non essere in possesso di alcuna informazione sulla presenza di esplosivi.
Contromanifestazione
In centomila hanno sfilato il sabato che ha preceduto la manifestazione programmata per oggi, domenica 21 luglio, per esprimere solidarietà alla polizia e al governo. Le rivendicazioni della contestazione sono ormai andate ben oltre l’iniziale richiesta di ritirare la legge contro l’estradizione, già dichiarata «morta» dalla governatrice Carrie Lam.
Le proteste domenicali raccolgono ormai l’insoddisfazione di tutti coloro che lamentano un’eccessiva ingerenza cinese nella politica di Hong Kong. La marcia di sabato contava invece raccogliere la posizione di chi, sotto lo slogan «Protect Hong Kong» voleva esprimere il suo sostegno alla polizia e al governo vicino a Pechino.