Mondiali di nuoto, medaglia d’oro al cinese Sun Yang (accusato di doping): la protesta clamorosa di Horton
Il podio dei 400 ai Mondiali di Gwangju è uguale a quello di due anni fa a Budapest, ma la foto della premiazione rivela il caso scoppiato tra il vincitore, il cinese Fra Sun Yang, e il secondo sul podio, l’australiano Mack Horton, che si è rifiutato di partecipare assieme al quattro volte campione del mondo per i suoi guai con il doping.
Horton ha deciso di non salire sul podio, sul quale c’era anche l’italiano Detti, arrivato terzo. È rimasto lì, a fissare Sun Yang con la medaglia al collo. Un gesto eclatante quello dell’australiano, che anche stavolta non ha nascosto gli attriti con il cinese già emersi in passato.
A maggio 2014, Sun Yang era stato trovato positivo a uno stimolante. La federazione cinese lo aveva sospeso per soli tre mesi, giusto in tempo per partecipare ai Giochi Asiatici. A settembre 2018 scoppia un altro caso sul campione cinese, per la presunta distruzione a martellate di una provetta con il suo sangue. Senza provetta, la federazione cinese ha evitato la squalifica lo scorso gennaio.
La Wada, l’agenzia internazionale anti-doping, ha portato quel caso al Tas, il Tribunale arbitrale dello sport, che si pronuncerà il prossimo settembre.
A fronte di tutte le ombre che accompagnano Sun Yang, Horton non vuole averci nulla a che fare: «Le sue azioni e il modo in cui è stata gestita tutta la faccenda la dicono lunga», si è sfogato l’australiano dopo la cerimonia di Guangju. Non il primo attacco tra i due, visto che alle Olimpiadi di Rio Horton aveva già definito Sun Yang: «Drug cheta», un truffatore dopato.