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Arata riuscì a infiltrarsi nel “Contratto di Governo” grazie a Siri: cosa dicono le carte

22 Luglio 2019 - 21:43 Valerio Mammone
L'ex politico di Forza Italia, accusato di essere in affari con Vito Nicastri, imprenditore ritenuto vicino a Messina Denaro, è riuscito a far inserire una postilla favorevole al biometano per agevolare alcuni suoi progetti in Sicilia

Paolo Arata, socio in affari di Vito Nicastri, il “re dell’eolico” sospettato di essere uno dei finanziatori della latitanza del boss Messina Denaro, è riuscito a “mettere le mani” sul contratto di Governo firmato nel 2018 dal Movimento 5 stelle e dalla Lega.

Come emerge dalle nuove intercettazioni pubblicate il 22 luglio, l’ex politico di Forza Italia e consigliere della Lega per l’energia è riuscito a far aggiungere una postilla favorevole agli impianti a biometano sui quali aveva sviluppato alcuni progetti in Sicilia. Decisivo l’intervento dell’ex sottosegretario della Lega Armando Siri, indagato per corruzione proprio con Arata.

L’indagine che coinvolge Arata e Siri

I pm sospettano che Arata abbia pagato o promesso al leghista una tangente da 30 mila euro in cambio dell’approvazione di un emendamento – mai passato – per favorire le imprese dell’eolico, settore in cui Arata opera con Nicastri. Ma questo sarebbe stato solo uno dei tanti fronti della loro collaborazione. Oltre all’eolico e al biometano, i due avrebbero concordato le mosse per ostacolare un decreto sulle rinnovabili voluto nel 2017 dall’ex ministro Calenda.

La mossa di Arata per mettere i Cinque Stelle contro i Cinque Stelle

L’obiettivo di Arata era mettere i Cinque Stelle contro i Cinque Stelle. L’ex politico di Forza Italia, scrivono gli inquirenti, stava portando avanti degli «impianti di produzione di energia e biometano da biomasse […] insieme a Nicastri, in Sicilia».

Questi progetti «erano invisi ai movimenti ambientalisti locali», che avevano trovato trovato voce nel Parlamento di Roma in un politico dei verdi e nel Parlamento siciliano in due politici del Movimento 5 Stelle.

Quando il M5s nazionale ha dato l’ok all’inserimento della postilla sul biometano ha, di fatto, indebolito la battaglia dei Cinque Stelle siciliani: fatto quest’ultimo di cui Arata era perfettamente consapevole.

Le intercettazioni coperte da omissis

Alcune pagine dell’ordinanza sono coperte da omissis. Tra queste, alcune riguardano gli impianti a biometano. Secondo fonti di Open, è in queste conversazioni coperte da segreto perché non ritenute utili alle indagini che Siri rivela ad Arata di aver fatto inserire il riferimento al biometano nel contratto, nonostante le grandi difficoltà.

Appena ricevuta la notizia, Arata chiama il figlio Francesco: «[Siri] ha detto che ha inserito il biometano nel programma». «L’hanno inserito, cazzo è importante eh questo?»

Il giorno dopo questa conversazione, il 18 maggio, «veniva pubblicato il contratto di Governo e alla pagina 11 del documento, sotto il capitolo 4 denominato “Ambiente, Green Economiy e Rifiuti Zero”, come richiesto dall’Arata al senatore Siri, effettivamente è stata inserita una nota di favore nei confronti degli impianti a biometano».

Il passaggio del contratto di Governo

«Verranno valutate sperimentazioni sul ciclo vita di impianti a biometano valutando i costi, l’inquinamento e i prodotti reflui». Ecco la nota pubblicata sul contratto e riportata nell’ordinanza.

La pagina del contratto di Governo in cui si fa riferimento al biometano

Perché Arata spingeva sul biometano

«Come già detto, l’apertura del Governo verso la tecnologia del biometano costituiva indubbiamente uno strumento forte in mano agli Arata/Nicastri per superare le opposizioni locali manifestate dagli esponenti del M5s», scrivono gli inquirenti nell’ordinanza, riportando un’intercettazione fra Paolo Arata e una persona di sua fiducia.

«Hanno inserito il biometano», dice Arata «quindi ci abbiamo anche…e…i cinque stelle erano d’accordo…questo ci rafforza moltissimo eh, giusto? Non possono più dirci niente anche da quel punto lì…è il loro programma.. ».

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