Hong Kong, manifestanti manganellati in stazione: l’ombra della mafia cinese. La polizia non interviene
Sale la rabbia a Hong Kong dopo che 45 persone sono rimaste ferite nell’attacco della scorsa notte alla stazione di Yuen Long, da parte di uomini in maglia bianca e armati di mazze, sospettati di appartenere alle Triadi, un’organizzazione criminale di stampo mafioso di origine cinese.
Ultimo episodio di escalation della tensione nella Regione amministrativa speciale cinese, dove da settimane sono in corso le proteste contro l’amministrazione guidata da Carrie Lam.
Ad essere nell’occhio della polemica è la polizia di Hong Kong, accusata di aver assistito passivamente al pestaggio alla stazione.
Alcuni video diffusi dai media della città autonoma mostrano una dozzina di uomini, la maggior parte mascherati, fare irruzione in una stazione e inseguire e picchiare alcuni passeggeri con bastoni. Tra i feriti anche una donna incinta e un’altra che teneva in braccio un neonato.
I filmati dentro alla stazione mostrano passeggere urlare e piangere mentre cercavano di farsi scudo con degli ombrelli dagli attacchi degli uomini in maschera.
Dei 45 feriti, alcuni dei quali avevano partecipato alle manifestazioni di protesta di ieri, almeno sei vengono definiti in condizioni gravi. Nessun arresto è stato spiccato nei confronti degli assalitori, dopo tre ore di blocco stradale nei pressi della stazione, anche se sono state confiscate diverse barre di acciaio che potrebbero essere state usate come armi dagli assalitori.
«Non abbiamo spiccato mandati d’arresto perché non eravamo sicuri di chi fosse coinvolto», ha dichiarato oggi, in conferenza stampa, un funzionario della stazione di polizia di Yuen Long, Yau Nai-keung, citato dal South China Morning Post.
Tra i feriti c’è anche il parlamentare pro-democratico Lam Check-ting, che ha lamentato l’intervento tardivo della polizia per fermare l’attaccai passeggeri e ne ha attribuito al responsabilità ai membri delle Triadi. «Hong Kong permette alle Triadi di fare quello che vogliono, di assalire la gente per strada?», ha chiesto ai giornalisti presenti.
Condanna per l’attacco alla stazione è arrivata anche da un altro attivista pro-democratico, Nathan Law, che su Twitter ha accusato il governo per la tardiva risposta delle forze dell’ordine.
La polizia è arrivata alla stazione dopo le 11 di sera, quando gli assalitori se ne erano già andati, con le vittime che hanno chiesto agli agenti come mai ci avessero messo così tanto ad arrivare.
L’amministrazione di Carrie Lam ha condannato l’attacco alla stazione, definendolo in un comunicato «assolutamente inaccettabile per Hong Kong, come società che osserva lo stato di diritto» e il governo «condanna con forza ogni violenza e intraprenderà seriamente azioni» a riguardo.
La protesta di ieri ha visto i manifestanti prendere di mira anche l’Ufficio di collegamento del governo di Pechino a Hong Kong, imbrattato da lanci di uova e da graffiti, a cui la polizia ha risposto ricorrendo all’uso di gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro la folla.
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