Bufera Tav, Di Maio prova a resistere: «No convinto: decida il Parlamento»
Con un post su Facebook dopo l’annuncio di Giuseppe Conte – «la Tav? si farà» – Luigi Di Maio insiste: «No alla Torino-Lione. Deve essere il parlamento a decidere».
«Ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Conte, che rispetto. Il Presidente è stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere», scrive il vicepremier grillino. «Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà decidere se un progetto vecchio di circa 30 anni e che sarà pronto tra altri 15, risalente praticamente alla caduta del muro di Berlino, debba essere la priorità di questo Paese».
«Questo è un no forte, convinto, deciso. Uno di quei NO che fanno bene». Qui «gli interessi sono altri». E lancia la sfida: «Fra non molto potremo vedere con i nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, la Fornero e Berlusconi. Il Parlamento restituirà a tutti la verità dei fatti. Noi non molleremo mai. Noi non lasceremo mai il Paese a questa gente!».
Il ruolo del Parlamento
«Sarà il Parlamento ad avere la responsabilità di avallare un progetto prevalentemente di trasporto merci (e sottolineo trasporto merci) mentre non esiste ancora l’alta velocità per le persone in moltissime aree del Paese», dice il capo politico del Movimento 5 Stelle.
«Sarà il Parlamento a dover decidere se è più importante la tratta Torino-Lione, cioè se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l’alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari».
La storia del Tav secondo Di Maio
Nel corso del tempo «si sono succeduti nove governi, sono passati – ripeto – quasi 30 anni. Non esisteva ancora l’iPhone, non esistevano nemmeno gli smartphone, non esisteva il web come lo conosciamo oggi quando si discuteva della Torino-Lione», scrive ancora Di Maio. Un’era «oramai remota, eppure qualcuno, adesso, vorrebbe farci credere che la priorità del Paese sia questa. Media, giornali, apparati, tutto il sistema schierato a favore».
Non il MoVimento 5 Stelle, assicura ancora una volta. «Per noi la Torino-Lione era e resta un’opera dannosa».
L’attacco all’Europa
«Chiedetevi perché l’Europa ci ha sempre ignorato su tutto, continua a ignorarci su tutto e poi d’improvviso mette sul piatto nuovi investimenti comunitari per la Tav Torino-Lione», dice Di Maio. «Chiedetevi perché se chiediamo flessibilità per costruire scuole, strade, ospedali l’Europa ci sbatte la porta in faccia e poi tira fuori milioni di euro per questo progetto di 30 anni fa».
«Chiedetevi allora se l’Europa lo fa davvero per l’Italia o se per qualcun altro, visto che parecchi soldi degli italiani andranno ai francesi». Il MoVimento 5 Stelle «presenterà un atto per dire che le priorità sono altre, un atto che non è altro che il cambiamento che abbiamo promesso: entrare al governo e decidere diversamente da come avrebbe deciso un Pd o un Berlusconi qualsiasi».
«Non abbiamo paura di restare soli»
Di Maio rivendica la lontananza dai vecchi partiti. «Siamo sempre stati soli davanti ai partiti ed è sempre stato motivo di orgoglio. Avremmo anche potuto governare da soli, se tutti gli altri non si fossero messi d’accordo per fare una legge elettorale, poco prima del voto, che ci impedisse di guidare autonomamente il Paese».
In copertina il vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. ANSA/Giuseppe Lami
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