Cosa è successo a Bibbiano, primo capitolo: i casi e le indagini
I casi
C’è la ragazzina che sostiene di aver subito una violenza sessuale da un fidanzatino. Poi ricorda come a 5-7 anni sia stata abusata da un socio del padre che a sua volta abusava della sorellina più piccola. Ma interrogata dagli inquirenti risponde che gli operatori di Bibbiano hanno trascritto cose non dette. È tutto falso.
E c’è il bimbo di 8 anni, tolto alla famiglia per un abuso mai subito, che dato in affido viene poi veramente violentato da un diciassettenne, con gli assistenti sociali che minimizzano ritenendo siano entrambi minori.
E poi la cuoca, costretta a fingersi affidataria di un bambino, assegnatole da un dirigente pubblico per essere pagata dalla struttura «La Cura» di Bibbiano. Gli enti pubblici la «rimborsano» per la psicoterapia che deve far sostenere al bimbo, ma lei quei soldi li versa con un bonifico al Centro Studi «Hansel e Gretel». Il bimbo non si è mai mosso da casa della madre naturale. Lei lo vede solo in mensa, quando gli somministra dei pasti come agli altri bambini.
Un altro caso è quello che emerge dalla nota degli assistenti sociali sullo stato di incuria in cui vive una bimba di origini ghanesi che si sostiene sia stata violentata dal padre, ma anche qui l’incuria è falsa e la violenza un’ipotesi senza prove, con gli assistenti sociali che approfittano della mancata conoscenza della lingua italiana della madre per sottrarle la figlia.
E ancora, la storia di un altro bimbo, sempre sottratto ai genitori, e la dirigente che si inventa che sia in pericolo di vita. Tutto per farsi pagare le spese d’affido che il Comune non riesce a sostenere.
E poi c’è il disegno fatto da una bambina: ritrae il compagno della madre con delle braccia lunghissime che la accarezzano in modo ambiguo. Ma il grafologo degli inquirenti spiega che ad aver aggiunto le lunghissime braccia è stata di sicuro qualcun altro in un secondo momento.
E la vicenda della dirigente dei servizi sociali che affida alla ex compagna un bimbo perché la donna sarebbe gravata da un mutuo. L’affido prevede l’incasso di una retta mensile.
E la storia del litigio banale in auto tra una bambina e la sua affidataria che però, per gli inquirenti, è instabile mentalmente. La donna, sotto intercettazioni ambientali, viene sentita mentre in auto «instaurava lunghe conversazioni con soggetti immaginari».
In quel frangente urla e fa scendere dall’auto la bambina affidatale che si ritrova sotto la pioggia incessante. Le dice: «Non ti voglio più… cosa credi? Che gli adulti che sono attorno a te sono degli idioti?». E, poi denigrando i veri genitori: «Forse quelli che avevi prima. Se vuoi fare quello che ti pare puoi andare a vivere sotto i ponti».
Le indagini
C’è tutta questa valanga di orrori e molto altro nell’ordinanza sui presunti illeciti di Bibbiano, firmata dal Gip Luca Ramponi. 277 pagine di prove indiziarie per un’accusa infamante a carico di 27 persone, parte di una rete di associazioni, enti pubblici, professionisti e affidatari, accusati di reati che vanno dal falso in atto pubblico alla violenza privata, dal maltrattamento su minori a lesioni gravissime, dalla frode processuale al depistaggio, l’abuso d’ufficio, la tentata estorsione e il peculato d’uso (ai 27 sono stati aggiunti due ex sindaci).
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