La minaccia di Calenda: «Se il Pd si allea con il M5S io esco. E valuto un nuovo partito»
«Se facciamo un’alleanza con M5S io me ne vado subito». La giornata di polemiche, all’interno del Partito Democratico, in merito alla prospettiva di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, si conclude con l’ultimatum dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
«Io non intendo fare la scissione», dice Calenda dal palco della Festa dell’Unità di Roma. «Voglio allargare e non spaccare nel Pd. Ma se non si esclude in modo definitivo da qui alle elezioni un governo con M5S cambia tutto. Il problema di fare una cosa diversa per me c’è, se il nodo non viene sciolto».
Dopo l’ennesimo scontro all’Interno del Partito Democratico sulla proposta di sfiducia al ministro dell’Interno Matteo Salvini, che non ha ancora riferito in Parlamento sullo scandalo dei presunti fondi russi alla Lega, che vedeva i renziani favorevoli e il nuovo corso zingarettiano contrario, una nuova frattura sembra alle porte dopo l’ennesima apertura ai 5 Stelle: questa volta da parte dell’ex, influentissimo, ministro Dario Franceschini, che auspica un dialogo con Luigi Di Maio e il Movimento 5 Stelle.
Correre da premier
Calenda si dice anche disposto a presentarsi come candidato premier del Pd, «anche se al momento Paolo Gentiloni è il più popolare e quello con più esperienza», dice ancora l’eurodeputato, incalzato sul palco da Maria Teresa Meli del Corriere della Sera. «Il 50% delle persone non sa ancora chi sono», ammette esprimendo la propria grande stima per Gentiloni e dicendosi però pronto a concorrere al ruolo di candidato premier in eventuali primarie, anche di coalizione.
In copertina Carlo Calenda in una immagine del 03 febbraio 2019. ANSA/Massimo Percossi