Licenziato da Toninelli con una mail, Coppola: «Mai offeso il ministro, amareggiato dai modi»
Mentre il sì alla Tav sembra essere sempre più vicino e il ministro Danilo Toninelli dà il via libera al Passante di Bologna, la base elettorale si infuria per tutte quelle opere che i pentastellati avevano promesso di bloccare e, invece, a quanto pare, si faranno.
In questo scenario, il licenziamento dal ministero delle Infrastrutture di Pierluigi Coppola, l’unico dei sei esperti a non firmare la famosa analisi costi-benefici perché favorevole alla Torino-Lione, appare come un palliativo per tentare di placare i malumori dell’elettorato.
Docente di Ingegneria dei trasporti a Tor Vergata, Pierluigi Coppola, 47 anni, non si capacita della decisione di Toninelli: «Ho scritto una mail di risposta in cui mi difendevo dalle accuse, chiedendo dove e quando avrei violato le norme di correttezza che erano citate nella Pec», dice a Repubblica.
Il ministro 5 Stelle ha deciso per la cessazione immediata del rapporto di consulenza lo scorso 15 luglio. «Egregio Ingegnere, con la presente le comunichiamo che il suo rapporto professionale con il ministero dei Trasporti si interrompe».
Le motivazioni
«Nella mail che ho ricevuto – dice Coppola al Corriere della Sera-, mi si accusa di aver violato il codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Non ho mai offeso la pubblica amministrazione, né ho arrecato danno. Ho chiesto spiegazione al ministro, ma non ho ricevuto risposta». La comunicazione fa riferimento all’art. 11 del codice di comportamento dei dipendenti del ministero, in particolare al comma 5.
La norma sottolinea che «i dipendenti “hanno l’obbligo di astenersi da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione, dei propri superiori gerarchici e degli organi di governo” e aggiunge che “il dipendente e i lavoratori non rilasciano dichiarazioni pubbliche o altre forme di esternazione in qualità di rappresentanti dell’amministrazione a meno che non siano stati espressamente autorizzati” – sostiene Coppola -. Ma io non ho offeso il ministro e non ho mai rilasciato dichiarazioni a nome dell’amministrazione se non quando sono stato autorizzato a farlo», racconta a Repubblica.
Il sì alla Tav
Coppola, unico tra i sei esperti chiamati a esprimersi sulla Torino-Lione, ha valutato positivamente l’alta velocità: «Sulla base delle mie analisi, ritengo che la Torino-Lione sia un’opera utile che porta benefici. E ho contestato i metodi degli altri esperti. Da allora non ho partecipato più alle loro riunioni. Non capisco perché vengo mandato via proprio adesso».
Una posizione diametralmente opposta rispetto a quella del professor Marco Ponti, con il cui nome viene spesso chiamata l’analisi costi-benefici accolta con entusiasmo da Toninelli. «Noi tecnici – spiega Coppola – valutiamo le opere secondo i calcoli che facciamo. Ciò che ci differenzia è il metodo. Ponti pensa che una nuova ferrovia eliminerà la Co2 dalle strade, ma anche le accise che i tir pagano allo Stato. Per me è una cosa molto positiva, per lui negativa».
La fine del rapporto
Coppola aveva iniziato a lavorare al ministero dei Trasporti quando il dicastero era guidato da Graziano Delrio. «Toninelli mi ha confermato per affiancare gli esperti di Marco Ponti». Dopo febbraio, «non mi sono più occupato della Tav. Ho svolto altre analisi costi-benefici ma su altri campi – dice -. Tornerò alla ricerca. Mi occuperò di auto a guida autonoma. Sono guardate con grande interesse, ma intaseranno il traffico delle città».
Il rammarico di Coppola è non aver ricevuto la minima spiegazione, nemmeno una risposta lapidaria, dal ministro Toninelli. «Mi amareggia soprattutto il fatto che il ministro non abbia avuto fiducia nella mia buona fede quando ho presentato una nota con le mie osservazioni sull’analisi costi-benefici della Tav. Di questo mi dispiaccio».
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