Scuola, il 6% dei bambini vittima dei cyberbulli ma nessuno li difende: il report
Sono il 6% i giovani tra i 9 e i 17 anni che nell’ultimo anno sono stati vittime di cyberbullismo con un dato, che non è per niente incoraggiante, secondo cui il 58% non li ha difesi. Ragazzi lasciati da soli a combattere contro un fenomeno più grande di loro.
I dati
I dati si riferiscono alla ricerca EU Kids Online 2019, realizzata dal Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, su un campione rappresentativo di circa 1000 ragazze e ragazzi dai 9 ai 17 anni. A rendere noti i risultati è stato lo stesso ministro, Marco Bussetti, durante la sua audizione in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito dell’indagine su bullismo e cyberbullismo.
Quasi nessuno difende le vittime dei bulli
Numeri alla mano, è aumentata la percentuale di giovani che hanno vissuto brutte esperienze in rete: «Siamo passati dal 6% del 2010 al 13% nel 2017». Il 31% degli intervistati tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi contro un individuo o un gruppo. La loro reazione? Tristezza, rabbia, disprezzo e vergogna.
Purtroppo il 58% del campione ha dichiarato «di non aver fatto nulla per difendere la vittima» senza considerare un 35% degli intervistati che tutt’oggi si dice ignaro dei rischi dei cyberbullismo. Solo il 10% ha modificato le proprie impostazioni di privacy dopo un’esperienza negativa. Più bassa ancora, solo il 2%, la percentuale di coloro che hanno segnalato contenuti o contatti inappropriati ai gestori delle piattaforme. Ma se si decide di rivolgersi a qualcuno, ci si indirizza sempre ad amici (47%) o ai propri genitori (38%).
In realtà gli studenti italiani, secondo i dati del progetto Safer Internet Centre (Sic) – Generazioni Connesse, hanno assistito a più episodi di bullismo in classe che ad atti di cyberbullismo, come illustrato dal ministro Bussetti. Nel primo caso, infatti, la percentuale raggiunge il 50%, nel secondo “soltanto” il 30%.
Il sexting
«Particolarmente allarmante – spiega infine Bussetti – è la pratica, diffusasi di recente anche tra gli adolescenti, di inviare o ricevere foto o video provocanti o relativi a momenti intimi propri e altrui: il cosiddetto sexting». I dati parlano chiaro: dal 7% del 2016 si è passati al 9% del 2018.
Da non sottovalutare, e dunque da tenere sempre sotto controllo, il fenomeno dell’adescamento online. Il 18% del campione – relativo al periodo 2016/2018 – e il 21% del campione – relativo, in questo caso, al periodo 2017 – ha detto di essere stato infastidito sul web. Una percentuale che va dal 43% al 48% ha aggiunto di essersi imbattuta in siti con immagini violente.
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